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“Voglio dire grazie a tutta la
capitaneria di Ischia Porto, grazie al vostro tempismo avete
salvato la vita di mio marito ma ogni parola che posso scrivere
non potrà mai e poi mai descrivere la mia gratitudine; mio
marito ora sta bene, tra poco tornerà anche a lavorare e presto
verremo a Ischia per dirvi grazie di persona”: è questo il sunto
della lettera di ringraziamento che Annachiara Candela ha
inviato alla Guardia Costiera ischitana che lo scorso 26 luglio
ha effettuato un rocambolesco intervento in mare che ha permesso
di salvare la vita al marito, colpito da infarto mentre era alla
guida del suo motoscafo.
Quel giorno Giancarlo Candela, un medico, ai comandi del suo
motoscafo Tornado, viene all’improvviso colpito da un infarto
perdendo i sensi: a bordo con lui c’è solo la moglie che non sa
governare la potente canotto ma che comprende immediatamente
che deve fare di tutto per salvare la vita del marito.
La signora si mette allora ai comandi e si dirige verso
l’imboccatura del porto di Ischia ma prima riesce a dare
l’allarme con la radio di bordo.
La sua richiesta di soccorso viene captata da una motovedetta
della Guardia Costiera isolana; a bordo ci sono tre uomini che
ascoltano il mayday e si dirigono ad intercettare la barca da
cui è partito.
I militari però non ne conoscono posizione esatta e tipologia:
chi ha dato l’allarme non è riuscito a fornire informazioni
sufficienti ma i tre uomini della capitaneria, via radio,
entrano in contatto con un diportista che racconta di aver
notato il Tornado procedere a gran velocità e condotto da una
signora in evidente difficoltà, vicino alle scogliere della
spiaggia di San Pietro.
Questo basta alla vedetta per circoscrivere il raggio di mare
dove cercare l’canotto del dottor Candela: in pochissimo
tempo il motoscafo viene raggiunto ed affiancato e da bordo la
signora ai comandi riesce a far capire di non essere in grado di
governarlo.
La motovedetta affianca allora il motoscafo e due uomini della
Guardia Costiera ci saltano alla lettera a bordo prendendone il
controllo con una manovra tanto rischiosa quanto provvidenziale:
il Tornado rischiava infatti di finire sugli scogli o di
speronare qualche altra canotto.
Presi i comandi i due militari conducono il motoscafo in
banchina nel porto di Ischia, scortati da un’altra vedetta; nel
frattempo era stato allertato il 118 ed il dottore era riuscito
a comunicare ai suoi soccorritori di aver bisogno della
somministrazione immediata di un medicinale salvavita, di cui
gli uomini del comandante Magi riescono a fargli assumere una
dose prima di farlo salire sull’infermeria che lo trasporta in
codice rosso all’ospedale Rizzoli.
Candela poco dopo sarà trasferito in elicottero in un ospedale
in terraferma riuscendo nei giorni successivi a superare gli
esiti dell’attacco di cuore che lo aveva colpito ed oggi è in
grado di poter tornare alla sua vita normale
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