Sulla possibilità che il provvedimento possa soffocare la prossima generazione di imprenditori tecnologici, Britt sostiene che sarebbe l’esatto contrario: “È per questo che ci battiamo – commenta –. Vogliamo che i nostri figli siano sani e preparati a realizzare il loro sogno americano”. Il senatore Tom Cotton è insieme a Britt uno degli autori della proposta per il Partito repubblicano. Da parte democratica, Murphy è invece affiancato da Brian Schatz. Tutti e quattro i senatori sono relativamente giovani, almeno per quanto riguarda la loro esperienza in Senato, e hanno figli piccoli.
Nonostante le principali aziende di social media della Silicon Valley, da Instagram a TikTok, riportino di adottare strategie per bloccare l’uso delle loro applicazioni da parte dei bambini, per i promotori del disegno di legge i loro sforzi sono falliti. “Questi algoritmi ci stanno rendendo sempre più polarizzati, offensivi, depressi e arrabbiati l’uno con l’altro. È già abbastanza grave che stia accadendo a noi adulti, il minimo che possiamo fare è proteggere i nostri bambini”, afferma Schatz.
Scetticismo bipartisan
Tra i membri del Congresso di entrambi i principali partiti circola però anche parecchio scetticismo sulla proposta, a dimostrazione della difficoltà per approvare qualsiasi misura sui nuovi media – negli Stati Uniti e non solo – anche quando si parla di proteggere i bambini. Molti legislatori sono combattuti tra la volontà di tutelare i minori e quella di preservare la rete per come la conosciamo. Naturalmente, la maggior parte dei senatori guarda alle proprie famiglie come riferimento.
“Ho cinque figli, quindi ci sono cinque famiglie diverse con approcci diversi. Il figlio più giovane è quello più severo sul tema, mentre il più grande non ha mai pensato che fosse un problema così enorme” racconta il senatore repubblicano Mitt Romney – sfidante di Barack Obama alle presidenziali del 2012 – che, nonostante alcuni dubbi iniziali, dice di essere aperto alla misura.
La senatrice dem Tina Smith è più cauta: “Tendo a essere un po’ sospettosa nei confronti delle regole rigide e veloci, perché non sono sicura che funzionino e perché penso che i genitori e i bambini debbano avere la libertà di decidere cosa è giusto per la loro famiglia“, dice.
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di Matt Laslo www.wired.it 2023-05-15 04:40:00 ,