Lo scorso dicembre, proprio nel bel mezzo dei preparativi per le festività natalizie, VF Corp. – la società madre di noti marchi d’abbigliamento come Vans, Supreme e The North Face – è stata colpita da un cyberattacco che ne ha paralizzato le attività di spedizione dei prodotti. Ma soltanto ieri, a distanza di circa un mese, la compagnia ha dichiarato di aver perso i dati personali di ben 35,5 milioni di clienti nell’attacco, anche se non ha specificato chiaramente di quale tipologia di dati si tratta. Fortunatamente, però, la società non sembrerebbe salvare le informazioni sensibili degli utenti.
“VF non raccoglie né conserva nei suoi sistemi IT alcun numero di previdenza sociale dei consumatori, informazioni sui conti bancari o informazioni sulle carte di pagamento come parte delle sue pratiche dirette al consumatore”, si legge chiaramente nella dichiarazione della società madre di The North Face, precisando di non aver avuto alcuna prova del fatto che i cybercriminali possano essere entrati in possesso delle password degli utenti. Pertanto, come ha riferito la stessa VF Corp., è abbastanza evidente che l’impatto di questo cyberattacco si “sia limitato agli impatti materiali sulle operazioni commerciali”, e nulla più.
D’altronde, già al momento dell’incidente aveva dichiarato che le conseguenze dell’attacco si sarebbero limitate alla sola “capacità di evadere gli ordini”. Una difficoltà che, a quanto pare, sembrerebbe essere stata risolta soltanto in parte, considerando che la compagnia ha comunicato ufficialmente che ”sta ancora sperimentando lievi impatti residui dall’incidente informatico“. Al di là di questo, però, VF Corp. ha fatto sapere di aver ripristinato il funzionamento dei suoi sistemi e di essere al lavoro per evitare che una situazione simile possa ripresentarsi, soprattutto in un momento delicato come lo shopping natalizio. Nonostante questo, nessuno ha ancora smesso di chiedersi se i propri dati personali sono tra quelli dei 35 milioni di utenti su cui i cybercriminali hanno messo le mani.
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2024-01-19 11:33:00 ,