Un altro colpo alla famiglia Messina Denaro è arrivato con l’arresto di Rosalia. Per gli inquirenti lei è solo l’ultima della famiglia ad avere assunto un ruolo di vertice dopo gli arresti e le condanne dei vari componenti. Un gruppo di familiari sul quale, secondo gli inquirenti, Matteo Messina Denaro spesso ha potuto contare durante la latitanza.
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Con l’arresto di Rosalia Messina Denaro, sorella del boss indiscusso di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, le forze dell’ordine hanno inflitto un altro duro colpo alla famiglia considerata al vertice del mandamento di Castelvetrano e della mafia nella provincia di Trapani. Un potere che va avanti fin dai primi anni ’80 quando il capostipite del clan, Francesco “Don Ciccio” Messina Denaro, salì ai vertici della mafia del Belice. Un potere trasmesso al figlio Matteo ma, secondo gli inquirenti, esercitato con la collaborazione degli altri figli, spesso indagati e arrestati. Matteo Messina Denaro ha un fratello e quattro sorelle: si va da Salvatore Messina Denaro, fratello maggiore del capo di Cosa nostra, ad Anna Patrizia Messina Denaro, la sorella più piccola, passando per Bice Maria, Giovanna e Rosalia. Un gruppo di familiari, a cui vanno aggiunti cognati e nipoti del boss, sui quali, secondo gli inquirenti, Matteo Messina Denaro spesso ha potuto contare, sia nel corso della sua ascesa al potere che durante la latitanza, anche attraverso i famosi pizzini.
Francesco “Don Ciccio” Messina Denaro, padre di Matteo
La potenza mafiosa della famiglia Messina Denaro parte dunque da lontano con il capostipite Don Ciccio, classe 1928 e mafioso di lungo corso, che prende il potere alleandosi con i Corleonesi di Totò Riina nella sanguinosissima guerra di mafia che insanguinò la Sicilia negli anni ’80 diventandone fedele servitore e soppiantando i precedenti clan della zona. Una ascesa criminale all’ombra di Riina che decise di prendere sotto la sua ala anche il giovanissimo Matteo Messina Denaro per farne un boss a sua immagine. Per anni gli inquirenti hanno sottovalutato il ruolo di Francesco Messina Denaro che invece era di primo piano, risultando anche tra i mandanti dell’omicidio del giornalista Mauro Rostagno. Tra i primi a capire l’importanza criminale di Don Ciccio Messina Denaro fu il giudice Paolo Borsellino, allora a capo della Procura di Marsala, che emise nei suo confronti un mandato di cattura a cui il boss rispose dandosi alla latitanza. In latitanza Francesco Messina Denaro fu condannato in contumacia all’ergastolo per vari omicidi mentre il figlio prendeva il suo posto e partecipava all’organizzazione delle stragi mafiose degli anni ’90. Don Ciccio non venne mai catturato e morì da ricercato il 30 novembre del 1998, stroncato da un infarto. Una telefonata anonima segnalò il suo cadavere nelle campagne tra Castelvetrano e Mazara del Vallo, il suo feudo. Il cadavere era sistemato con vestiti puliti e ordinati, già pronto per il funerale.
Don Ciccio Messina Denaro con il figlio Matteo 14enne
Salvatore Messina Denaro, il fratello maggiore
Il primogenito di Don Ciccio è Salvatore Messina Denaro, fratello maggiore di Matteo che, secondo gli inquirenti, per un certo periodo avrebbe preso anche il suo posto come reggente a capo del mandamento di Castelvetrano. Formalmente impiegato di banca, era stato arrestato per la prima volta nel 1998 in una retata e per la Dda era pienamente inserito nelle attività criminali della famiglia quando è stato arrestato e poi condannato per associazione mafiosa in cassazione nel novembre 2013. Per gli inquirenti negli anni precedenti avrebbe tenuto riunioni, incontri e gestito gli affari illeciti del gruppo criminale e in questo ruolo avrebbe contribuito anche al mantenimento della latitanza del fratello, diventando ad esempio postino dei pizzini tra Matteo Messina Denaro e l’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino. Dopo aver scontato al sua condanna in cella, Salvatore Messina Denaro è stato di recente scarcerato per fine pena.
Salvatore Messina Denaro
Anna Patrizia Messina Denaro, condannata a 14 anni di carcere
Secondo quanto ricostruito dalle varie indagini antimafia, un ruolo altrettanto principale nella famiglia mafiosa di Castelvetrano lo aveva Anna Patrizia Messina Denaro, la sorella più piccola del boss che attualmente sta scontando una condanna per mafia a 14 anni di carcere. “Non faccio parte di Cosa nostra, pago per il cognome che porto” diceva la 52enne dopo l’arresto nel 2013 ma per gli inquirenti, dopo l’arresto di Salvatore, era lei che teneva in mano le redini del business mafioso di famiglia, con la collaborazione del marito, anche lui finito in carcere. Era inoltre una delle pochissime persone che poteva incontrare fisicamente il boss latitante Matteo Messina Denaro. Per questo la Cassazione l’ha condannata in via definiva nel 2018 a 14 anni e sei mesi di carcere per associazione mafiosa. In carcere prima di lei era finito anche il marito e padre dei suoi tre figli, Vincenzo Panicola, ritenuto un altro collegamento tra l’allora superlatitante Matteo e il resto dell’organizzazione.
Patrizia Messina Denaro
Rosalia Messina Denaro, arrestata il 3 marzo 2023
Con l’arresto di Rosalia Messina Denaro, il 3 marzo 2023, finisce in carcere un altro componente della famiglia che finora sembrava essere stato risparmiato dalle indagini. La più grande delle quattro sorelle di Matteo, detta Rosetta, infatti finora era stata solo sfiorata dalle indagini di mafia che hanno portato invece all’arresto del marito Filippo Guttadauro, che ha già scontato 14 anni per associazione mafiosa e tuttora in carcere al 41 bis. La donna è madre di Lorenza Guttadauro, l’avvocatessa che assiste il boss sin dal giorno della sua cattura ma anche di Francesco Guattadauro, secondo figlio di Rosalia che sta scontando a sua volta una condanna a 16 anni, sempre per associazione mafiosa. Per l’accusa, dopo l’arresto dei fratelli, era toccato a lei il ruolo di gestione della latitanza del fratello come cassiera ma anche come gestore del famoso sistema dei pizzini. Proprio grazie al ritrovamento di un suo scritto sulla malattia del boss, i carabinieri del Ros sarebbero riusciti a mettersi sulle tracce del latitante e poi a catturare Matteo Messina Denaro.
Rosalia Messina Denaro.
Le altre sorelle Bice Maria Messina Denaro e Giovanna Messina Denaro
A completare il quadro familiare del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, le altre due sorelle Bice Maria Messina Denaro e Giovanna Messina Denaro. Entrambe non sono state coinvolte direttamente in inchieste di mafia anche se Bice è stata condannata per reati minori. Al contrario dei loro rispettivi mariti, arrestati insieme in una operazione antimafia nel 2018 in quanto ritenuti organici alla famiglia mafiosa di Castelvetrano ed entrambi condannati. Il marito di Bice, Gaspare Como, è ancora detenuto al 41 bis e gli sono stati confiscati beni per centinaia di migliaia di euro. L’altro cognato di Matteo Messina Denaro e marito di Giovanna, Rosario Allegra, è deceduto invece in cella nel 2019 mentre scontava la sua condanna.
Francesco Guttadauro
I nipoti Lorenza e Francesco, figli di Rosalia e Filippo Guttadauro
Un ruolo centrale nella famiglia, secondo gli inquirenti, lo avrebbe anche Francesco Guttadauro figlio di Rosalia Messina Denaro e Filippo Guttadauro. Il secondogenito di Rosalia sta scontando una condanna a 16 anni sempre per associazione mafiosa. Per gli inquirenti sarebbe stato il pupillo dell’ex latitante che lo avrebbe eletto a nipote prediletto. Erede sia per parte di madre che di padre di due famiglia di alto lignaggio mafioso, sarebbe stato educato fin da giovanissimo a esercitare il potere criminale. Il suo arrestato nel 2013, insieme alla zia Patrizia, fece scattare lo sfogo dello zio Matteo che scrisse il famoso pizzino ritrovato in dimora di Rosalia: “Essere incriminati di mafiosità, arrivati a questo punto, lo ritengo un onore”. A dispetto della storia della famiglia, con il nonno paterno storico boss di Brancaccio, Lorenza invece si è laureata ed è ora avvocato. Ha assunto la difesa dello zio Matteo Messina Denaro sin dal giorno dell’arresto come prima aveva fatto per altri accusati in famiglia come la zia Anna Patrizia, il fratello Francesco e il marito, accusato di rappresentare gli affari del boss nel tessuto economico del Trapanese.
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di Antonio Palma
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2023-03-03 20:43:46 ,