Dopo la fine della Seconda guerra mondiale e l’inizio del processo di integrazione europeo, Kalergi venne celebrato come uno dei padri ideali dell’Europa e ricevette il premio Carlo magno, assegnato a coloro che contribuiscono alla creazione di un’Europa unita. Ma in nessuno dei suoi scritti si parla mai di un piano per il genocidio dei bianchi o della sostituzione etnica con popoli non europei.
Al contrario, nel parlare di pacificazione e integrazione dei popoli, Kalergi si riferiva proprio alle persone di origine europea e balcanica, dato che alla sua epoca le migrazioni extra europee non esistevano affatto. Ma le sue idee antinaziste sono state strumentalizzate e stravolte da Honsik e Camus, agli inizi del 2000, per creare una delle teorie del complotto preferite dall’estrema destra e cavalcare la retorica contraria alle migrazioni.
La teoria della sostituzione etnica nelle stragi razziste e nella politica italiana
In Italia, come si nota grazie a Google trends, si comincia a parlare di sostituzione etnica e del Piano Kalergi attorno al 2015, quando viene pubblicato il primo libro sul tema in italiano, scritto da Matteo Simonetti, e Salvini, neoeletto segretario della Lega Nord, parla per la prima volta di “sostituzione etnica coordinata dall’Europa”, come riporta il Corriere della Sera.
Da allora, l’espressione è stata ripresa più volte sia da Salvini, che da Giorgia Meloni. Il giornalista Simone Alliva, su L’Espresso ha raccolto alcune citazioni: “È in corso un tentativo di sostituzione etnica, di pulizia etnica ai danni degli italiani”, ha detto Salvini. “Sì, penso che ci sia un disegno di sostituzione etnica”, ha detto Meloni. “Questo è l’ennesimo caso di tentativo di sostituzione etnica in corso”, ha detto Salvini, “Quella che abbiamo visto in Italia, 500 mila immigrati in tre anni è un’invasione pianificata e voluta: si chiama sostituzione etnica”, ha detto Meloni.
Ma oltre a loro, la stessa ideologia e lo stesso termine sono stati ripresi dagli autori di alcuni attentati terroristici messi in atto da suprematisti bianchi. È il caso di Brenton Tarrant, autore dell’assassinio di 51 persone in Nuova Zelanda, durante l’attacco a una moschea, che prima dell’attentato ha diffuso online il suo manifesto chiamato The Great Replacement, la grande sostituzione.
Sulle armi usate del terrorista, assieme ad altri nomi di stragisti, si trovava anche quello di Luca Traini, ex candidato al consiglio comunale di Macerata per la Lega nord, condannato a 12 anni di carcere per strage con finalità di razzismo, dopo aver sparato a sei persone di origine sub-sahariana nel centro della città marchigiana.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-04-19 10:58:56 ,