La cosiddetta space economy, quell’insieme di attività legate allo spazio che producono valore economico per l’umanità, è qualcosa che investe in misura sempre maggiore i mercati e anche le nostre vite quotidiane. Basti pensare alla comparsa di attori privati come SpaceX e Blue Origin che muovono immensi capitali per gestire attività prettamente spaziali, come i lanci di vettori innovativi o la costruzione di megacostellazioni satellitari all’avanguardia. Ma si può pensare anche alle tecnologie che dipendono dalle costellazioni satellitari, come smartphone o strumenti di navigazione, servizi meteorologici e altro; oppure a quelle che trovano beneficio economico derivante dalle tecnologie satellitari, come l’agricoltura di precisione o la protezione dell’ambiente: anche questi ambiti sono legati alla space economy.
“La space economy vale oggi a livello globale 469 miliardi di dollari, con previsioni di crescita percentuale a due cifre per i prossimi decenni. Ma ciò che più conta è che offrirà opportunità anche ai paesi meno sviluppati, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile”, sono parole dal libro Space Economy – La nuova frontiera dello sviluppo (Egea-Bocconi University Press) di Simonetta di Pippo, direttrice dello Space Economy Evolution Lab di Sda Bocconi School of Management e in precedenza direttrice dello Human Spaceflight dell’Esa e dell’ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello spazio extra-atmosferico. Il libro tocca molti aspetti diversi della space economy, dalla più pura esplorazione dello spazio ai recenti sviluppi del turismo spaziale, passando per le comunicazioni al di fuori della terra, l’economia degli asteroidi, e la gestione della spazzatura spaziale. Ecco 10 domande a cui Simonetta di Pippo dà una risposta nel libro.
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di Luca Nardi www.wired.it 2022-10-15 05:00:00 ,