di Chiara Di Lucente
Dallo Spazio arriva un misterioso segnale radio, ripetuto e persistente. È quanto emerge da uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Nature: secondo gli astronomi che lavorano al radiotelescopio Karl G. Jansky very large array (Vla), negli Stati Uniti, l’oggetto che emetterebbe le onde radio, registrate per la prima volta nel 2019 da un radiotelescopio cinese, potrebbe essere una stella di neutroni ultra densa o una magnetar, una stella di neutroni con un campo magnetico estremamente forte. Si tratta del secondo oggetto finora rilevato a emettere onde radio ad alta frequenza, ripetute e intervallate da deboli emissioni tra un impulso e l’altro: gli scienziati adesso vogliono indagare più nel dettaglio questi segnali e capire come potrebbero essere utili per studiare la natura dello Spazio tra le galassie.
Le stranezze di Frb 190520
Frb 190520: è questo il nome dell’oggetto spaziale che, nel 2019, è stato rilevato per la prima volta dal Five-hundred-meter aperture spherical radio telescope (Fast), in Cina. Frb è un acronimo che sta per first radio burst (o in italiano, lampi radio veloci): si tratta di esplosioni di onde radio molto intense che durano pochissime frazioni di secondo. Scoperti per la prima volta nel 2007, da parte dell’osservatorio di Parkes, in Australia, ad oggi sono state rilevate diverse decine di lampi radio veloci: provengono tutti al di fuori della nostra galassia, ma gli oggetti da cui originano sono sconosciuti, seppure si ipotizza derivino da eventi associati a stelle di neutroni. Questo vale anche per Frb 190520: il 20 maggio 2019, infatti, il radiotelescopio cinese ha registrato un’improvvisa esplosione di onde radio, che sembrava però essere diversa dagli altri lampi radio veloci: osservazioni successive – eseguite sempre con Fast – hanno mostrato che l’oggetto, nel tempo, emetteva frequenti e ripetute raffiche di onde radio della durata di millisecondi.
Lo strano comportamento di Frb 190520 ha acceso la curiosità degli astronomi del Vla, che, grazie a osservazioni eseguite nel 2020, sono riusciti a individuare la posizione dell’oggetto responsabile delle emissioni: esso si trova alla periferia di una galassia nana, a quasi 3 miliardi di anni luce dalla Terra. Non solo: secondo i dati del radiotelescopio statunitense, Frb 190520 emette costantemente onde radio più deboli tra un’esplosione e l’altra. Non è la prima volta che un lampo radio veloce con queste caratteristiche viene registrato da strumentazioni scientifiche: nel 2016, infatti, era stato proprio Vla a individuare un altro oggetto simile, chiamato Frb 121102, che intervallava agli impulsi ripetuti un’emissione radio persistente. Un caso unico, credevano gli astronomi, che lo differenziavano da tutti gli altri lampi radio veloci, finché non si sono imbattuti in Frb 190520.
Domande e ipotesi
Quanto trovato dagli scienziati ha sollevato numerosi dubbi su questi oggetti misteriosi, che dovranno essere ulteriormente indagati. “Gli oggetti in cui le emissioni si ripetono sono diversi dagli altri? Che dire dell’emissione radio persistente, è comune?” si chiede Kshitij Aggarwal, tra gli autori dell’articolo. Nello studio, infatti, gli astronomi ipotizzano che l’oggetto scoperto di recente potrebbe essere più giovane di quelli che producono gli altri lampi radio veloci finora rilevati: derivando probabilmente da stelle di neutroni ultra dense o da magnetar, l’origine delle onde radio potrebbe essere il materiale denso espulso dall’esplosione di una supernova che precede la formazione della stella di neutroni stessa. Questo spiegherebbe sia gli impulsi ripetuti sia il segnale radio persistente. Man mano che il materiale denso si disperde, poi, le emissioni diminuirebbero, e insieme a esse anche i segnali radio: a quel punto il lampo radio veloce si comporterebbe come gli altri registrati finora. Queste nuove scoperte spingono gli scienziati a indagare maggiormente questi fenomeni, soprattutto essi potrebbero essere utilizzati per studiare la materia che c’è tra gli oggetti che emettono le radiazioni e la Terra, a miliardi di anni luce di distanza.
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www.wired.it
2022-06-09 15:00:00