Il futuro dell’economia dello spazio? Passa dall’economia circolare. Ne è convinto Luca Rossettini, cofondatore e ad della società italiana di logistica e trasporto aerospaziale D-Orbit. “Tra pochi anni il riciclo in orbita diventerà un nuovo business”, spiega a Wired nel corso di un evento organizzato dalla società di consulenza Porsche Consulting. Da lì in poi il turismo dello spazio sarà quasi a portata di mano (o, quantomeno, di portafoglio).
Riciclare i satelliti
La squadra di D-Orbit, composta da 270 persone con sede in provincia di Como, si prepara a questo: prolungare la vita dei satelliti in orbita, che attualmente sono qualche migliaio ed entro dieci anni saranno oltre 65mila.
Come? L’azienda, finalista nella categoria pmi dell’European Inventor Award 2023, sta costruendo un veicolo che funzionerà come un carro attrezzi per satelliti. “Quando un satellite soffre di un malfunzionamento, l’operatore satellitare potrà chiamarci e noi attaccheremo al satellite un nuovo modulo che farà le veci della parte difettosa. In questo modo il satellite continuerà a lavorare”, spiega Rossettini. Un servizio che sarà disponibile per i clienti di D-Orbit tra pochi anni dietro il pagamento di una tariffa annuale. E che si inscrive in un progetto finanziato dall’Agenzia spaziale europea. “Tra il 2025 e il 2026 ci sarà la prima operazione su un satellite e la missione sarà a guida italiana, dato che l’Italia è uno dei paesi che più hanno scommesso su questa attività”, annuncia Rossettini.
In un futuro poco più lontano a occuparsi delle riparazioni dei satelliti saranno stazioni di riciclo orbitanti, pensate come delle vere officine spaziali. I satelliti saranno condotti direttamente lì e, con il materiale di scarto o con gli apparecchi non più operativi, si potranno anche costruire nuovi veicoli spaziali. “Le stazioni di riciclo sono il primo passo per la produzione di astronavi in orbita – spiega – insieme all’estrazione di materie prime direttamente dagli asteroidi. Costruirle nello spazio è il modo migliore per abilitare il trasporto di persone, e quindi anche il turismo”. D’altronde, le navi non si fabbricano nel deserto per poi trascinarle in mare: si fanno direttamente nei porti.
Cargo spaziali
Ma l’economia circolare spaziale non riguarda solo il riciclo dei satelliti. D-Orbit mira infatti alla costruzione di un’infrastruttura logistica che consenta di razionalizzare i lanci dei satelliti e ridurre la quantità di detriti spaziali in orbita
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di Greta Ardito www.wired.it 2023-05-29 05:00:00 ,