Luigi Mangione, l’uomo accusato dell’omicidio di Brian Thompson, ceo di UnitedHealthCare, soffriva da bambino di una malattia alla schiena chiamata spondilolistesi. Nel 2023 si era, così, sottoposto a un’operazione chirurgica che sarebbe dovuta essere risolutiva, ma che, invece, non ha avuto successo. Ma di che malattia si tratta esattamente, che complicanze ha e come può essere trattata?
La spondilolistesi
In linea generale, si tratta di una patologia delle colonna vertebrale in cui una vertebra scivola lentamente e gradatamente in avanti rispetto a quella sottostante. Sebbene possa interessare qualsiasi tratto della colonna, le vertebre che vengono più frequentemente colpite sono la quarta e la quinta lombare. A soffrirne, secondo i dati dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, è il 5% della cittadinanza generale. Può, tuttavia, arrivare a interessare “il 20% dei soggetti che praticano attività lavorative e/o sportive in iperlordosi (accentuazione della curvatura lombare della colonna con glutei spostati all’indietro e pancia in avanti) e che comportano il sollevamento di pesi o gli sport con tuffi in acqua (63% degli atleti)”, spiegano gli esperti. Esistono, inoltre, 3 diverse tipologie di spondilolistesi: la forma displasica, congenita e tipica dell’infanzia e dell’adolescenza, la lisi istmica bilaterale, che ha una causa sconosciuta, e la spondilolistesi degenerativa, caratteristica dell’età adulta.
I sintomi
La spondilolistesi provoca dolore più di frequente nella zona lombare oppure agli arti inferiori, glutei e osso sacro, che si percepisce maggiormente quando si sta in piedi per molto tempo o quando si fanno sforzi fisici intensi. Tuttavia, precisano gli esperti, il dolore “può anche presentarsi durante la notte, scatenato modestamente da un cambiamento di posizione”. L’intensità della sintomatologia è proporzionale all’entità dello scivolamento ed è, quindi, molto variabile: può essere del tutto assente, essere episodica, cronica oppure talmente intensa da risultare invalidante.
I trattamenti
Per curare la spondilolistesi si può ricorre sia a interventi chirurgici che conservativi, ovvero astensione da attività sportive o lavorative intense, farmaci, ginnastica posturale e ortesi. Nei pazienti più giovani l’obbiettivo “è quello di portare la colonna a maturazione ossea con il minor grado possibile di scivolamento”, chiariscono gli esperti. In particolare, se lo scivolamento è insufficiente al 50% senza sintomi viene consigliata l’astensione dallo sport e controlli frequenti, se è comunque insufficiente al 50%, ma con sintomi, si ricorre alla terapia conservativa. Mentre se si supera il 50%, sia con che senza sintomi, si ricorre al trattamento chirurgico, in cui si blocca la vertebra scivolata tramite apparecchiature osseo (artrodesi). “Nelle forme di scivolamento superiori al 50% ed in età adolescenziale si esegue una artrodesi con applicazione di viti posizionate nelle vertebre e fissate a barre di titanio, riuscendo con questa tecnica a ridurre lo scivolamento e a riportare la vertebra slittata in avanti, in una posizione molto vicina a quella normale”, concludono gli esperti.
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di Marta Musso www.wired.it 2024-12-11 09:58:00 ,