L’episodio offre anche un ritratto del Reclutatore, un sociopatico ossessionato dal gioco d’azzardo estremo. Il ruolo offre a Gong Yoo, collaboratore di Hwang dai tempi di Silenced (fu lui ad acquistare i diritti del libro da cui è tratto e a proporlo al regista, contribuendo alla sua ascesa) il suo personaggio di autentico villain, nonché la sua interpretazione più sopra le righe, inquietante e coraggiosa. Arrogante, sadico, metodico, meschino e perversamente autodistruttivo, nei vestiti del suo personaggio è affascinante e terrificante al tempo stesso. L’annunciato ritorno di Gi-hun dei giochi segna anche l’introduzione di nuovi personaggi, introdotti da Netflix con varie featurette: sono tendenzialmente più giovani del gruppo precedente, e più eterogenei. Hwang ha inserito nel gioco i rappresentanti delle categorie più controverse e problematiche della società coreana degli ultimissimi anni: se la prima stagione era in un certo senso “vecchia”, perché elaborata su un soggetto coltivato per un decennio, la seconda è una disamina freschissima.
L’opinione pubblica locale, ancor prima di vedere la serie, si è già scagliata contro la produzione per aver inserito un personaggio transgender e un tossicodipendente, segno di quanto Hwang sappia – e intendesse – provocare il suo pubblico di riferimento. Tra i nuovi concorrenti spiccano quindi la coraggiosa Hyun-ju, che partecipa ai giochi per pagarsi l’operazione finale della affermazione di genere; Thanos, ex idol impasticcato; lo Youtuber Myun-gi che ha persuaso i suoi follower a investire nella criptovaluta rovinandoli; e poi l’esule nordcoreana No-eul, la futura ragazza madre Jun-hee, lo scommettitore accanito Yong-sik e sua madre Geum-ja, la sciamana Seon-nyeo e un ex Ceo. Hwang infila nella microsocietà dei giochi le figure più emblematiche del quadro sociale del suo paese: un paese che non accetta le minoranze sessuali, che punisce i consumatori di marijuana ma abusa di alcol, anoressizzanti e pasticche; un paese che dà più retta agli influencer che agli esperti e che mette sul piedistallo gli idol e poi li distrugge; un paese che non aiuta gli esuli e i poveri, dove i genitori anziani devono mantenere figli adulti disoccupati e dove la sanità lascia morire chi non può pagare ricoveri e medicine; un paese che vanta la più bassa natalità del mondo ma anche una percentuale altissima di madri adolescenti e dove i direttori d’azienda inetti rovinano la vita di milioni di dipendenti con le loro scelte sciagurate.
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di Lorenza Negri www.wired.it 2024-12-26 08:01:00 ,