Startup, la mappa di quelle europee finanziate dalla Cina – Wired

Startup, la mappa di quelle europee finanziate dalla Cina – Wired


di Luca Zorloni

Una banca digitale tedesca. Un produttore inglese di robot chirurgici. Una piattaforma svedese per consulenze mediche. Uno sviluppatore francese di videogame. Ad accomunare queste aziende ci sono almeno tre elementi. Sono europee. Sono startup. E hanno tutte ricevuto investimenti da Tencent, una delle più importanti multinazionali cinesi della tecnologia. Sua è Wechat, la super app che in Cina si usa non solo per messaggiare, ma anche per pagare, scambiarsi biglietti da visita e per decine di altre attività quotidiane. Il colosso di Shenzhen, guidato dal presidente, inventore e amministratore delegato Ma Huateng (detto Pony Ma), è diventato negli ultimi anni un attivo investitore sulla scena tecnologica europea. N26 (la neobanca tedesca), la startup di robot sanitari Cmr Surgical, la piattaforma Doktorse di Stoccolma e la abitazione francese di gaming Voodoo sono solo alcuni delle caselle su cui Tencent ha puntato le sue fiches.

Analizzando le informazioni di database specializzati come Crunchbase, i report di fondi come Gp Bullhound, ricerche e articoli di stampa, Wired ha provato a tracciare una mappa dei principali investimenti cinesi in startup europee. Dal 2015 se ne contano almeno 36 tra round (a cui quindi possono aver partecipato anche più operatori) e acquisizioni, ma è una stima al ribasso, come confermano analisti del settore, perché molto investimenti non sono pubblicizzati o avvengono attraverso veicoli che mascherano la reale provenienza dei fondi.

Tencent è la protagonista Tuttavia, questo è un punto di partenza per individuare le operazioni più importanti (Wired terrà aggiornato periodicamente il database, in fondo all’articolo è spiegato come). È Tencent a fare la parte del leone, con 20 investimenti. Dalla fintech italiana Satispay a Lilium, che a Wessling, Baviera, sviluppa un velivolo monoposto elettrico. Da GoStudent, piattaforma austriaca che mette in contatto studenti e tutor di tutte le materie, all’olandese Bux, che offre un canale per scambiare azioni ed etf a costo zero.

Nel 2021 il campione cinese del digitale ha premuto il piede sull’acceleratore: quindici investimenti da gennaio ad agosto. Per Rebecca Arcesati, analista del Mercator Institute for China studies (Merics) di Berlino, quello di Tencent è un caso “particolare. L*’azienda si è data a un vero e proprio shopping nell’ultimo anno e mezzo*”. Tuttavia, ricorda Arcesati, “l’interesse per l’Europa non è comunque nuovo: si pensi all’acquisizione di una quota di maggioranza in Supercell (società finlandese di mobile gaming, ndr) nel 2019*, che seguiva il precedente investimento del 2016 tramite un consorzio guidato dalla stessa Tencent*”.



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www.wired.it
2021-10-26 15:48:00

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