Ormai è diventato quasi un cliché: negli Stati Uniti (ma non solo) chi vuole diventare Robert De Niro o Martin Scorsese, si trasferisce a New York, città molto cara per chi ha appena finito l’università. Dunque, la maggior parte di questi aspiranti attori e registi trova una stanza da affittare nelle parti più buie della città – Washington Heights, parti tristi del Queens – per milletrecento dollari al mese e per mantenersi fa il cameriere.
Il lato positivo di questi sogni difficili da raggiungere è che quando si va al ristorante, si è circondati da camerieri bellissimi, con un’impostazione della voce perfetta. Quello negativo è che aiutiamo i loro padroni a continuare questa brutta storia del pagare pochissimo i suoi impiegati. Benché il salario minimo nello Stato di New York sia di 14.20 dollari l’ora, il loro stipendio è di 2.30 dollari. Perché viene pagato da noi, e cioè da chi mangia lì.
Un mestiere difficile
La mancia non è obbligatoria, s’intende. Ma paga chi ci porta i piatti in tavola, chi ci riempie il bicchiere d’acqua, chi apparecchia e chi sparecchia per noi. È un’ingiustizia terribile, difficile da comprendere. Fare il servitore di tavoli è un lavoro abbastanza stancante: si sta in piedi per ore, si corre di qua e di là, dalla cucina alla sala da pranzo. Si deve dare sempre, SEMPRE ragione al cliente, anche se è cafone. Se capita qualcosa, tipo dimenticare di aggiungere l’aceto nell’insalata, il cameriere deve scusarsi come se avesse picchiato qualcuno e, se il ristorante è di lusso, offrire al cliente l’insalata gratis: cioè, la paga lui. Bisogna essere eleganti, sorridenti, presenti il giusto, sapere il menù a memoria, mai farsi ripetere l’ordine.
Siccome tutto questo lavoro lo paghiamo noi con le nostre mance, lui fa di tutto per non sgarrare neanche una virgola. Meno sbaglia, più mancia prende. La mancia normale, ma sul basso, è del 15%, quella più comune è del 20%. Anche in questa ingiustizia c’è però un lato positivo: si diventa bravissimi a calcolare le percentuali. Mi hanno spiegato più volte che se il conto è di 138.60 dollari per esempio, basta arrotondare a 140.00 e spostare il puntino di un posto verso la sinistra. Ne rimangono 14, che è il 10%; dopo di ché si raddoppia per arrivare al 20. In poche parole, una cena che costa 138.60, in realtà è di 166.60 dollari.
Tutto questo (lezione di matematica compresa. Prego, eh?) per dire che se è vero che la mancia non è obbligatoria, in fondo lo è. Chi non la lascia, viene rincorso fin fuori dal ristorante: “I am sorry, but you forgot the tip”, che in italiano si traduce: “Cafone, e io questo mese la luce come la pago? Con le insalate?”
La tassa dell’ingiustizia
Non accade soltanto nei ristoranti. La mancia negli Stati Uniti si lascia dappertutto. Vai dal parrucchiere? Dobbiamo lasciare il solito 20% di mancia! Persone che vengono a pulire la dimora? Cosa, non diamo anche a loro una mancetta, dopo il 200 verdoni spesi a pulire la mia dimora? Vogliamo avere un massaggio per rilassarci? Mancia! Una birretta dopo il lavoro con gli amici? Mancia! Non vogliamo avere le unghie delle mani e dei piedi belle laccate? Mancia! Uscire con nostro marito e lasciare i bambini con la babysitter? Mancia! Taxi? Mancia! Tutto una mancia.
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di Marina Viola www.wired.it 2023-06-13 04:20:00 ,