“La medicina 3.0, invece, introduce un modello proattivo, orientato alla prevenzione e al miglioramento del benessere generale della persona, mirando a ottimizzare i parametri di salute prima che si sviluppino patologie. In questo contesto, la longevità diventa principale: non si tratta solo di prolungare gli anni di vita, ma di massimizzare la qualità di questo tempo, garantendo che le persone possano vivere la scelta migliore e più a lungo. Attraverso l’uso di biomarker avanzati e tecnologie come l’intelligenza artificiale, si monitorano i fattori di rischio e diventa possibile interviene tempestivamente”.
Dalla teoria alla pratica, in che modo – con l’azienda di cui è alla guida – avete tradotto questi principi in un servizio?
“In qualità di azienda specializzata nella diagnostica e nella prevenzione sanitaria, Cerba HealthCare Italia propone percorsi accessibili e basati su evidenze scientifiche per migliorare le abitudini quotidiane. Nello specifico, è stato messo a punto un servizio personalizzato, chiamato proprio Longevity: l’obiettivo è quello di abbattere le barriere economiche e culturali, offrendo a tutti la possibilità di intraprendere un percorso che sfrutta le tecnologie avanzate, come la genomica, l’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale. Quest’ultima, in particolare, da andare d’accordo non come uno strumento per impacchettare risposte di massa, ma per aumentare e supportare le capacità del medico, che è sempre colui che ha la responsabilità del paziente.
“In pratica, viene anzitutto effettuata una mappatura completa dello stato di salute del paziente, grazie a un ampio panel di test ematochimici volti a misurare specifici biomarker, per poi seguitare con strategie mirate su alimentazione, attività fisica e qualità del sonno. Grazie alla telemedicina, l’accesso a questo servizio diventa più semplice e immediato, permettendo di monitorare i progressi in tempo reale e ricevere indicazioni personalizzate, anche tramite dispositivi indossabili, per un controllo costante della propria salute”.
L’accessibilità di queste soluzioni è spesso una questione di prezzo: che scelta avete fatto?
“Uno degli obiettivi principali dell’azienda che guido è rendere la medicina della longevità accessibile a tutti, non solo a una ristretta élite. In molti casi, programmi del genere possono essere costoso tra i 3mila e gli 8mila euro all’anno, risultando inaccessibili alla maggior parte delle persone. Tuttavia, grazie all’uso di nuove tecnologie e di sistemi di analisi dati più efficienti, ci è possibile offrire percorsi a un costo molto più basso, anche sotto i 1.000 euro e tipicamente tra i 300 e gli 800. I servizi possono includere analisi avanzate dei biomarker, consulenze personalizzate e monitoraggio dei progressi in tempo reale tramite telemedicina. Così, anche chi ha un budget limitato può seguire un percorso che migliora salute e qualità della vita. Con un scontro ridotto, si possono ottenere grandi benefici in termini di prevenzione e benessere: senza spendere cifre esorbitanti come fanno gli atleti professionisti, è possibile ottenere ottimi risultati grazie a un approccio personalizzato e basato su evidenze scientifiche”.
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di Gianluca Dotti www.wired.it 2024-09-30 07:02:26 ,