“Tocca a Stellantis rilanciare il settore automobilistico in Italia, e aspettiamo da tempo una risposta,” ha dichiarato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, dal palco del meeting di Rimini di Comunione e liberazione. Il progetto di Stellantis per la costruzione di una gigafactory destinata alla produzione di batterie a Termoli, infatti, è ancora in una fase di incertezza, una situazione che preoccupa il governo, il quale ha investito 369 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) nel progetto. “Se Stellantis non darà una risposta positiva sul progetto della gigafactory a Termoli, le risorse del Pnrr saranno destinate altrove“, ha avvertito Urso. Anche i sindacati hanno espresso preoccupazione. Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, ha dichiarato di non avere aggiornamenti in merito all’scontro per la gigafactory a Termoli.
In risposta alle dichiarazioni del governo e dei sindacati, Stellantis ha ribadito il proprio impegno, affermando di essere “concentrata sull’esecuzione del piano per l’Italia per i prossimi anni“. Tuttavia, l’azienda ha evidenziato che il mercato elettrico europeo è ancora “ben al di sotto dei livelli pre-pandemia“, il che non consentirà una ripresa immediata della produzione. Questa condizione di mercato potrebbe influenzare perciò i tempi e le modalità di attuazione dei progetti previsti, compresa la gigafactory.
La storia
Facciamo un passo indietro. L’annuncio ufficiale della gigafactory è arrivato durante l’Ev Day di Stellantis del luglio 2021, l’evento strategico organizzato dal gruppo automobilistico per presentare i suoi piani e obiettivi riguardanti la transizione verso la movibilità elettrica. Il progetto era nato dalla collaborazione con TotalEnergies/Saft e Mercedes-Benz all’interno della joint venture Automotive cells company (Acc), di cui Stellantis è l’azionista di i più, e avrebbe dovuto fare dello stabilimento di Termoli un nodo importante nella rete europea di fabbriche di batterie di Stellantis.
L’entrata in funzione era prevista per il 2026. Con una capacità produttiva stimata di 40 GWh, lo stabilimento italiano avrebbe giocato un ruolo fondamentale nel raggiungimento dell’obiettivo del gruppo: una capacità totale di 120 GWh entro il 2030. Il piano di Acc prevedeva un scontro di circa 2 miliardi di euro per la riconversione dello stabilimento di Termoli, il resto lo avrebbe messo il governo italiano.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-08-23 08:57:40 ,