Steve Bannon è uscito dalla prigione federale intorno alle 3 del mattino di martedì 29 ottobre. Sette ore dopo, era già in diretta sul suo podcast War Room per “inondare il campo di schifezze”, esattamente una settimana prima delle elezioni presidenziali.
Inondare il campo di schifezze è la descrizione spesso citata dallo stesso Bannon della sua strategia mediatica: sfornare così tante bugie o mezze verità nella stratosfera, per rendere impossibile tracciare una linea di demarcazione tra realtà e finzione.
“Sono più energico e concentrato di quanto non lo sia mai stato in tutta la mia vita“, ha dichiarato Bannon nel corso della trasmissione War Room su Rumble, che a un certo punto ha registrato quasi 100.000 spettatori in diretta. “I quattro mesi di prigione federale non solo non mi hanno distrutto, ma mi hanno rafforzato“.
Bannon, 70 anni, alleato di lunga data ed ex stratega di Donald Trump, ha trascorso quattro mesi in una prigione federale di bassa sicurezza a Danbury, nel Connecticut, per oltraggio alla corte dopo aver disobbedito a un mandato di comparizione nell’ambito dell’inchiesta del Congresso relativa all’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
Bannon si è presentato come un martire, uno che, come i rivoltosi del 6 gennaio e come Trump, viene ingiustamente perseguitato dalle stesse forze tiranniche contro cui i repubblicani si scontreranno nelle elezioni della prossima settimana.
Martedì 29 ottobre, sia in onda e che anche in una conferenza rivista, Bannon ha ripetutamente suggerito che l’ex presidente della Camera, Nancy Pelosi, lo ha mandato in prigione perché voleva contenere la sua influenza.
“Se non siete disposti a essere mandati in una prigione federale come prigionieri politici, allora non siete degni di far parte di questo movimento“, ha detto, “dovete capire che se vogliono mettervi in prigione vi metteranno in prigione. Se non riuscite ad accettarlo, allora non sapete cosa rappresentano“.
Il ritorno di Bannon nella sfera pubblica significa anche il ritorno di un portavoce di massa per amplificare le cospirazioni sui brogli elettorali che già imperversano online. E Bannon si è messo subito all’opera, raccontando ai suoi telespettatori che i democratici stanno complottando per rubare le elezioni del 2024. “Ogni giorno dopo il 5 novembre sarà Stalingrado“, ha detto Bannon, “se non possono toglierla a Trump, se non possono annullarla proprio lì, vogliono almeno delegittimare la sua vittoria“.
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di Tess Owen www.wired.it 2024-10-30 17:08:00 ,