AGI – Il colosso statunitense delle videoconferenze Zoom è finito nel mirino delle autorità Usa per i suoi legami con la Cina. Il dipartimento alla Giustizia Usa ha infatti messo sotto revisione un affare da 15 miliardi di dollari: l’acquizione da parte di Zoom, di Five9, società quotata al Nasdaq e attiva nel campo dei contact center basati sul cloud.
Come rivela il Wall Street Journal ad indagare sui legami di Zoom con la Cina è il Team Telecom, un organismo guidato dal Dipartimento di Giustizia, che dovrà valutare, se le licenze applicative scaturite da questa acquisizione di Five9, “pongono dei rischi per la sicurezza nazionale o gli interessi” degli Stati Uniti.
E’ quanto emerge da una lettera pubblicata sul sito web della Federal Communications Commission. Il dipartimento alla Giustizia ritiene infatti che potrebbero esserci dei rischi per “relazioni e proprietà estere” associate a queste licenze applicative. Per questo il Dipartimento ha chiesto alla Fcc di rinviare l’azione sull’applicazione fino a quando il Team Telecom non avrà terminato la sua revisione, mettendo in attesa l’accordo di Zoom per Five9.
Zoom è un’azienda beneficiata dalla pandemia, che le ha consentito nel giro di un anno di passare da 10 a 300 milioni di utenti e le cui azioni nel 2020 sono salite del 744%, mentre Five9 è una societè di software molto usata dalle grandi aziende per rimanere in contatto con i propri clienti. “L’acquisizione di Five9 è soggetta a determinate approvazioni normative sulle telecomunicazioni”, ha spiegato al Wsj una portavoce di Zoom.
“Abbiamo presentato richieste alle varie agenzie di regolamentazione applicabili e questi processi di approvazione stanno procedendo come previsto”. Zoom si aspetta di ricevere le approvazioni normative entro la prima metà del prossimo anno, il che potrebbe consentirle di chiudere l’accordo nei tempi previsti. Five9, il Dipartimento di Giustizia e la Fcc hanno invece preferito non rilasciare alcun commento.
Il governo degli Stati Uniti aveva intensificato i controlli sui legami di Zoom con la Cina fin dall’anno scorso, quando il Dipartimento di Giustizia aveva accusato uno dei dirigenti di Zoom con sede in Cina di aver cospirato per interrompere le commemorazioni in videoconferenza delle proteste per la democrazia in Piazza Tiananmen. Zoom, che ha 4 aziende controllate in Cina, sta anche affrontando numerose indagini federali in corso sui suoi rapporti con Pechino.
Gli esperti di sicurezza delle tlc spiegano che queste indagini del Team Telecom, che esamina gli investimenti esteri in entità regolamentate dalla Fcc come Five9, potrebbero far entrare Zoom nel mirino dei funzionari statunitensi e di quelli cinesi, visto che in Cina è in atto un significativo giro di vite sull’industria tecnologica.
“Una volta che il Team Telecom sta esaminando una società, spesso esamina i rischi non correlati alla transazione in questione”, spiega Richard Sofield, un partner di Vinson & Elkins che non è coinvolto nella transazione. “Ogni volta che apri la porta al Team Telecom per iniziare a esaminare la tua attività, corri il rischio che dettino il modo in cui raccogli e gestisci i dati personali” precisa Sofield, che è anche ex presidente del Team Telecom.
L’anno scorso, Zoom ha chiuso l’account di un’organizzazione statunitense per i diritti umani poco dopo la sua videoconferenza sul massacro di piazza Tiananmen del 1989. Humanitarian China, con sede a San Francisco, ha dichiarato che quando ha tentato di accedere alla piattaforma Zoom, ha scoperto che il suo account era stato chiuso senza notifica o spiegazione da parte della piattaforma di videoconferenza. Zoom ha riattivato silenziosamente l’account pochi giorni dopo,
In quell’occasione, Zoom ha motivato le sue scelte affermando che doveva rispettare le leggi locali “proprio come qualsiasi azienda globale”. E in Cina eventi politicamente sensibili come la repressione di Piazza Tiananmen, sono considerati tabù e cancellati da Internet.
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di Alessandro Galiani
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2021-09-23 05:03:20 ,