Stranger Things secondo la scienza: che cosa c’è di vero, plausibile o completamente assurdo

Stranger Things secondo la scienza: che cosa c’è di vero, plausibile o completamente assurdo

Stranger Things secondo la scienza: che cosa c’è di vero, plausibile o completamente assurdo


di Gianluca Dotti

ATTENZIONE: spoiler sulla quarta stagione di Stranger Things

Alcuni degli ingredienti narrativi e dei dettagli di Stranger Things sono decisamente cose strane, tra Sottosopra, Demogorgoni, Mind Flayer, programmi sperimentali e forme di vita tra il bizzarro e l’horror. Ma se per alcuni aspetti siamo a tutti gli effetti nell’ambito della fantascienza, c’è tutta una serie di elementi delle prime quattro stagioni che ha qualche forma di realismo scientifico.

No, non stiamo dicendo – ovviamente – che il Sottosopra possa essere reale, ma che la teoria scientifica (e in certi casi anche l’evidenza già raccolta) riconosce ad alcuni elementi della serie quantomeno degli aspetti di verosimiglianza, a dimostrazione dell’estrema cura che i fratelli Duffer hanno messo nella stesura del copione e nell’ambientazione. Si potrebbe dire, senza timore di esagerare, che alcuni elementi della storia sono liberamente ispirati a veri risultati scientifici, che non a caso danno alla serie quella veste di improbabile plausibilità che rafforza non di poco il coinvolgimento emotivo. Ma andiamo per ordine.

E se il Sottosopra fosse più che altro sotto?

Iniziamo dai più simpatici animaletti. I Demogorgoni che ci accompagnano fin dalla prima stagione e i Demodog che compaiono nella seconda non sono in realtà così diversi da alcune delle più singolari (e a tratti inquietanti) creature che popolano le profondità degli abissi oceanici. Specie che si sono adattate a vivere in condizioni di per sé ben poco ospitali, tra fortissime pressioni dovute alla colonna d’acqua sovrastante, quantità molto ridotte di ossigeno e di cibo, temperature rigide e un’oscurità quasi totale dovuta al fatto che ben poca della luce del Sole riesce ad arrivare così in profondità.

Parliamo di creature bio-luminescenti oppure trasparenti, di specie come la rana pescatrice, il calamaro vampiro, lo squalo goblin, il pesce mandibola eccetera. Anche se si tratta di specie acquatiche – a differenza del Sottosopra, abitato da specie terrestri o volatili – alcune somiglianze estetiche sono innegabili. Per la sopravvivenza di queste specie gioca un ruolo essenziale la presenza di microrganismi capaci di svolgere processi di sintesi essenziali per il mantenimento degli ecosistemi, soprattutto in un contesto in cui la disponibilità di molecole organiche è intrinsecamente bassissima. Caratteristiche che, a conti fatti, rendono gli abissi marini non così distanti dal Sottosopra.

L’altra via: il Sottosopra come universo parallelo o mondo distante

Una possibilità alternativa, che prende in esame il Sottosopra nel suo complesso e non solo i suoi abitanti, è che questo mondo possa configurarsi come una dimensione parallela (se ne parla esplicitamente nella prima serie), o comunque come un mondo alternativo rispetto a quello terrestre. Al netto degli elementi scenografici che rendono il tutto piuttosto inquietante, e della perfetta sovrapponibilità con la topologia di Hawkins, si potrebbe razionalmente sostenere che il Sottosopra sia un luogo molto lontano dalla Terra in cui le regole della biologia sono differenti. In linea puramente teorica, potrebbe essere plausibile immaginare forme di vita basate su una biochimica diversa rispetto a quella terrestre (per esempio, non fondata sul carbonio ma su altri elementi).



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www.wired.it
2022-06-25 05:00:00

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