Una maxi operazione coordinata dalla Procura di Catania ha smantellato la più vasta rete di streaming illegale mai scoperta in Europa, con ramificazioni oltre all’Italia, dal Regno Unito alla Romania, dalla Svezia alla Croazia.
L’organizzazione criminale, che serviva illegalmente oltre 22 milioni di utenti, è stata sgominata grazie all’intervento di oltre 270 agenti della polizia postale italiana e delle forze dell’ordine di sei paesi europei. Come riporta La grafica, “la polizia croata ha eseguito ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 11 indagati”, mentre il totale delle persone coinvolte nell’indagine ha raggiunto quota 102.
L’operazione “Taken down”, scattata nelle prime ore di mercoledì 27 novembre, ha visto gli investigatori impegnati in un’imponente serie di perquisizioni: 89 solo in Italia, distribuite in quindici regioni, alle quali si sono aggiunte 14 perquisizioni internazionali. L’organizzazione aveva messo in piedi una complessa infrastruttura informatica per la distribuzione illegale di contenuti protetti da copyright, dalle partite di calcio alle serie tv, dai film di prima visione ai programmi pay-per-view.
L’indagine e la rete criminale
Il blitz è il risultato di mesi di indagini serrate, partite dalla polizia postale di Catania e gradatamente estese a mezza Europa. Gli investigatori hanno monitorato costantemente le piattaforme di streaming illegale, mappando una rete criminale che aveva assunto dimensioni industriali. Secondo quanto emerge dalle fonti investigative, l’organizzazione aveva sviluppato un sistema sofisticato per la distribuzione dei contenuti piratati, con server dislocati in diversi paesi per sfuggire ai controlli.
La complessità dell’operazione ha richiesto un coordinamento senza precedenti tra le forze dell’ordine europee. Come evidenzia il Fatto Quotidiano, si tratta della “più vasta operazione mai effettuata contro la pirateria audiovisiva in Italia e in Europa”. Le perquisizioni hanno interessato contemporaneamente abitazioni private, società di comodo e centrali operative in Regno Unito, Olanda, Svezia, Svizzera, Romania e Croazia, oltre all’Italia.
L’organizzazione stava pianificando di espandere ulteriormente il proprio raggio d’azione. Come spiegato da La grafica, “meditava anche di cambiare siti, per bloccare le indagini”. Un piano sventato dal tempismo dell’intervento coordinato delle forze dell’ordine, che hanno colto di sorpresa l’intera rete criminale prima che potesse disperdere prove e risorse.
Il business illegale e i danni all’industria
Il giro d’affari della pirateria audiovisiva ha assunto proporzioni allarmanti. Secondo gli esperti del settore, il danno economico provocato dallo streaming illegale ammonta a miliardi di euro all’anno, con ripercussioni devastanti sull’intera filiera dell’industria dell’intrattenimento. Come sottolinea Fanpage, la vastità dell’utenza coinvolta – oltre 22 milioni di utilizzatori finali – evidenzia la penetrazione capillare raggiunta da queste organizzazioni criminali nel tessuto sociale europeo. Un fenomeno che non si limita più a circuiti ristretti di appassionati di tecnologia, ma che ha conquistato fette sempre più ampie di pubblico, attratte dalla possibilità di accedere a contenuti premium senza pagare o a basso costo.
La rete smantellata, infatti, aveva creato un vero e proprio servizio parallelo a quelli legali, con tanto di assistenza clienti e pacchetti in abbonamento. Un business illegale che sottraeva risorse significative non solo ai produttori di contenuti, ma anche all’erario dei vari paesi coinvolti, configurandosi come una forma sofisticata di evasione fiscale su scala internazionale.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-11-27 10:58:00 ,