rewrite this content and keep HTML tags
Perché questo articolo potrebbe interessarti? In Italia un emendamento approvato al ddl sicurezza potrebbe presto equiparare la cannabis light alla cannabis con alte concentrazioni di principio attivo. Dall’altra parte del mondo c’è un Paese, la Thailandia, che aveva fatto l’opposto di Roma salvo poi cambiare idea. Bangkok aveva tentato di alleggerire le norme sul consumo di cannabis e marijuana per attirare più turisti. Risultato: un fallimento.
In Italia è stato approvato a inizio estate l’emendamento al ddl sicurezza che equipara la cannabis light a quella non light, ovvero con alti livelli di tetraidrocannabinolo (THC). Il governo Meloni ha sostanzialmente approvato una stretta sulla cannabis in cui la quantità del principio attivo delta-9-tetraidrocannabinolo è bassa o insignificante. Il prodotto rischia quindi di finire presto fuori legge, con tanto di divieto di importazione, cessione e vendita di “prodotti costituiti da infiorescenze di canapa”. Dal punto di vista economico c’è chi fa notare come la mossa dell’esecutivo potrebbe portare ripercussioni sull’economia. O meglio: su una filiera che nel nostro Paese fattura circa 500 milioni di euro all’anno e impiega migliaia di persone.
Al netto di valutazioni etico-morali, economiche o politiche, è curioso fare un parallelo con un Paese, molto lontano dall’Italia, la Thailandia, che ha cercato di muoversi nella direzione opposta rispetto a quella intrapresa dal governo Meloni. Salvo…
Source link
di Federico Giuliani
www.true-news.it
2024-08-17 06:00:00 ,