Invitata il 4 gennaio 2022 al programma Ça commence aujourd’hui (Si inizia oggi), condotto da Faustine Bollaert, Olympe aveva parlato a lungo dell’inferno della sua vita quotidiana di persona con disturbo dissociativo dell’identità, spiegando come conviva con i suoi alter ego. Ognuno di loro ha un nome: tra questi, Lucie la protettrice, Jay, quello più socievole, o anche Charly, portatore dei suoi traumi. La giovane aveva, inoltre, affermato di essere spesso soggetta a sbalzi d’umore o stati depressivi che la riportano continuamente a rivere il suo doloroso passato. Tra interviste e video sui social, Olympe ha detto di essere stata vittima di bullismo scolastico per 14 anni, pedofilia, stupro di gruppo (“cinque stupri durante l’adolescenza”) e, come detto, dice di aver vissuto anche l’abbandono della sua famiglia, passando attraverso quattro case e venti famiglie adottive in 7 anni. “Come ogni essere umano, ho i miei limiti. E i miei limiti sono stati spinti all’estremo per anni e non posso più affrontare altre prove“, ha concluso.
Il parere dei medici
La questione è certamente spinosa. Nel 2002 l’eutanasia è stata depenalizzata in Belgio (come in Svizzera), e poi estesa anche ai minori nel 2014. In Francia, attualmente nessuna legge autorizza il suicidio assistito e per questo Olympe ha deciso di rivolgersi al vicino Belgio. Le discussioni, intraprese dal comitato etico francese lo scorso settembre, potrebbero però presto aprire la strada a questo processo per gli adulti affetti da malattie gravi o incurabili, con una condizione di pericolo di vita.
Intanto, Le Parisien ha intervistato uno dei medici che sarebbero stati contattati da Olympe. “Non ho ancora visto la sua cartella clinica, ma ho letto le sue mail – spiega al giornale francese Yves de Locht a proposito della richiesta della giovane -. I giovani possono ricorrere al suicidio assistito, ma servono certificati o documenti medici della psichiatria che attestino che, nonostante tutte le cure, è impossibile curarla“, precisa il medico. “Sarà per lei un lungo e percorso difficile – aggiunge –. I casi psichiatrici sono molto particolari: il processo può durare mesi, forse anni”.
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di Daniele Polidoro www.wired.it 2023-02-04 17:30:00 ,