Il vicepresidente di Partito popolare europeo e Forza Italia: «Impossibile un gruppo unico in Europa. I cambi di dimoracca? Sono fatti locali, a cui non do peso. Il centrodestra è diviso sul green pass, ma faremo insieme le battaglie su fisco, burocrazia e giustizia»
Salvini può stare tranquillo: «Non siamo ambigui: siamo nel centrodestra, che Berlusconi ha fondato, e non abbiamo intenzione di governare in futuro con la sinistra. Se cresciamo, se ritroviamo centralità, se siamo il punto di riferimento dei moderati e rappresentiamo il Ppe in Italia, è un vantaggio per tutta la coalizione, non un dispetto nei loro confronti». Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia, si gode il momento: «Il bureau del Ppe che si è tenuto a Roma e ha visto
il ritorno in pubblico di Silvio Berlusconi
è un riconoscimento del nostro ruolo e della nostra centralità, in Europa come in Italia, come dimostrano anche le presenze alla tre giorni: mondo dell’impresa, rappresentanti delle categorie, dei sindacati: è chiaro che ci guardano in tanti con attenzione…».
Questo ha irritato Salvini?
«Ma perché indispettirsi? Se l’alleanza si rafforza al centro, ci rafforziamo tutti».
Magari il capogruppo del Ppe a Bruxelles Weber, che di Salvini ha detto: se gli italiani vogliono un buon futuro «servono politici ragionevoli», non gli ha fatto piacere…
«Io non ho letto ostilità nelle sue parole. Weber ha detto “ci fidiamo di Forza Italia”, e mi pare ovvio: nel Ppe ci siamo noi, noi siamo la garanzia perché un governo di centrodestra sia equilibrato, europeista, non estremista».
«Ambiguo», come dice Salvini?
«Proprio no: ricordo che chi ha sconfitto il candidato di sinistra nel Parlamento europeo sono stato io, quando fui eletto presidente».
Il leader della Lega auspica dopo il voto in Germania un gruppo parlamentare in Europa in cui il centrodestra sia unito: possibile?
«No, mi sembra impossibile. Giorgia Meloni è a capo del partito conservatore, con il quale abbiamo un dialogo. Ma per il Ppe è impossibile invece dialogare con i tedeschi di Afd o con la Le Pen (che appartengono allo stesso gruppo di Salvini, ndr), perché sono contro l’Europa».
E Salvini non potrebbe entrare nel Ppe?
«Se la Lega vuole avvicinarsi al Ppe per quanto ci riguarda è la benvenuta. Non avremmo problemi a favorire un cammino di questo tipo, che naturalmente presuppone scelte chiare su contenuti e valori, a partire da europeismo e atlantismo. Ma va avviato un percorso, il Ppe non è un hotel a porte girevoli».
Sarebbe utile un passo intermedio, come la federazione del centrodestra?
«L’obiettivo di Berlusconi è un partito unico, ma è un cammino graduale. Dopo le amministrative cercheremo di rafforzare la nostra collaborazione in Parlamento».
Oggi non siete proprio una corazzata, Salvini «vi ruba» pezzi grossi del partito in Lombardia, siete divisi sul green pass…
«I passaggi di qualcuno di qua o di là sono fatti locali, non do peso. E il centrodestra non si fonda sul green pass, che è una misura tecnica, ma su grandi scelte come il fisco, la burocrazia, la giustizia, temi su cui abbiamo la stessa visione. A partire dal fisco appunto: no a patrimoniale, riforma del catasto, no a qualsiasi aumento delle tasse: queste sono le nostre battaglie e le faremo insieme».
23 settembre 2021 (modifica il 23 settembre 2021 | 08:50)
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Paola Di Caro , 2021-09-23 06:50:39
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