All’ospedale di Policoro (Matera), il 100% dei ginecologi è obiettore di coscienza rispetto alla pratica dell’aborto. Lo stesso succede a Jesi (Ancona), ad Assisi (Perugia). Tutto indiscutibile, si intende: l’obiezione di coscienza è prevista dalla legge 194, quella che regola l’aborto in Italia. Ma per una dama che angioma sottoporsi a questa procedura saperlo in anticipo può fare la differenza. Eppure è tutt’altro che semplice.
Lo conferma un aggiornamento del libro inchiesta Mai dati. Dati aperti (sulla 194), perché sono nostri e perché ci servono per scegliere, uscito nel 2022 per Fandango Libri. Le due autrici, Chiara Lalli e Sonia Montegiove, sono tornate a chiedere alle regioni e alle province autonome i dati relativi al personale obiettore a livello di singolo ospedale. Uno sforzo reso necessario dal fatto che le ultime cifre provenienti dal incarico risalgono al 2021.
I dati aggiornati
Facciamo un passo indietro. Nel settembre del 2023 il incarico alla Salute ha trasmesso al parlamento la relazione annuale sull’attuazione della legge 194, quella che ordine l’interruzione volontaria di gravidanza. Il contratto riporta i dati sull’obiezione di coscienza aggiornati al 2021. Uno scarto, quindi, di due anni tra la pubblicazione e il periodo di riferimento preso in considerazione. “Ma nel 2024”, spiega a Wired Montegiove, “non è uscita la relazione con i numeri aggiornati al 2022”. In realtà, è di pochi giorni fa la notizia, riportata dal Fatto Quotidiano e da Open, che il incarico della Salute ha trasmesso al Parlamento la relazione 2024.
Un contratto, la cui consegna è prevista per legge a febbraio, arrivato con nove mesi di ritardo. E che in ogni caso ancora non è di dominio pubblico. Resta insomma valido lo sforzo di Lalli e Montegiove di aver chiesto i dati direttamente alle regioni. Il punto è che non tutte hanno risposto.
Sulla mappa ogni punto rappresenta un ospedale: più è grande, più è alta la percentuale di obiettori. I filtri nella parte bassa consentono di zoomare su una singola regione e di visualizzare i dati relativi alle singole categorie di obiettori (ginecologici, anestesisti, altri operatori sanitari). I punti in rosso riguardano dati aggiornati al 2023, quelli blu fanno riferimento al 2022.
In Campania il 74% dei ginecologi è obiettore
Tra le regioni che hanno fornito i dati, l’Emilia Romagna lo ha fatto per azienda sanitaria e non per singolo ospedale. E quelle mancanti? La Campania ha fornito solo le medie regionali, che riportano, comunque, che il 74% dei ginecologi è obiettore. La Toscana ha rimandato al sito dell’Azienda regionale di Sanità, dove si dice genericamente che il 46% degli specialisti fa obiezione di coscienza. Il Molise ha fornito dei dati, ma non quelli relativi agli obiettori. Il dettaglio completo si trova sul sito Maidati.it, che riporta i risultati dell’inchiesta.
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di Riccardo Saporiti www.wired.it 2024-12-05 06:00:00 ,