Il presidente della Regione Veneto: «Bloccare la riforma in attesa della modifica della Costituzione minerebbe la fiducia tra alleati»
«Sembra assurdo, tutti invocano il rispetto della Costituzione ma quando si parla di Autonomia se lo dimenticano». Luca Zaia, presidente della Regione Veneto che cinque anni fa (il 22 ottobre) ottenne un plebiscitario sì al referendum sull’Autonomia, non molla la presa su uno dei suoi storici cavalli di battaglia. «Ma sì, l’Autonomia è entrata nelle dichiarazioni del capo dello Stato e nell’agenda di tutti i governi degli ultimi 5 anni. Segna l’uscita da una concezione medievale e centralista ad una rinascimentale e federalista».
Eppure c’è chi dice che divide i ricchi dai poveri.
«Mi spiace che ci sia ancora chi parla e ragiona in questo modo. Ma la Costituzione del 1948 è autenticamente federalista e altri elementi in questo senso sono stati introdotti con la riforma del Titolo V del 2001. Se vogliamo dirla tutta, oggi chi è contro l’Autonomia è contro la Costituzione».
Lo dice a certi governatori del Sud?
«Parlo in generale perché a volte assisto a un dibattito lunare. Voglio ricordare che se in alcune realtà del Sud ci sono i rifiuti per strada, se i cittadini sono costretti a farsi curare fuori regione, se non arriva l’acqua potabile, non è colpa dell’Autonomia. È il risultato di una mala gestio che spesso risale nel tempo. Il federalismo è l’opportunità da cogliere al volo per cambiare queste situazioni».
Le resistenze rimangono.
«Non si vuole capire che il federalismo è un movimento centripeto che unisce il Paese mentre il centralismo è centrifugo. Del resto, lo diceva anche Einaudi: “A ciascuno va data l’autonomia che gli spetta”. Per non dimenticare un grande rappresentante del Sud, il siciliano don Sturzo, che nel 1949 diceva: “Sono unitario ma federalista impenitente”».
Il neo ministro per le Autonomie, il leghista Roberto Calderoli, ha promesso che entro un anno la battaglia sarà vinta.
«Calderoli è un ministro che conosce molto bene la materia, se falliamo con lui non c’è più speranza. Mi fa molto piacere che abbia indicato un cronoprogramma. E ricordo che ha detto un anno ma ha parlato anche di tappe intermedie a più breve scadenza. Io gli garantisco tutto il mio appoggio».
Ora o mai più, insomma.
«Non abbiamo più alibi. Stavolta c’è una maggioranza di centrodestra che ha i numeri per approvare l’Autonomia. Ci giochiamo la credibilità, non possiamo dare la colpa ad altri. La Lega sarà la rappresentante legale dell’Autonomia».
FdI in cambio chiede il presidenzialismo.
«Non serve nessuno scambio. Al presidenzialismo crediamo anche noi perché da più senso alla rappresentanza dei cittadini e rafforza la democrazia. Ma attenzione…».
A cosa?
«Visto che il presidenzialismo richiede la modifica della Costituzione e ciò comporta tempi più lunghi, a nessuno venga in mente di bloccare l’Autonomia. Perché questo metterebbe in discussione la fiducia tra alleati».
Presidente Zaia, come è venuta la squadra di governo?
«Io non sono accondiscendente per partito preso, ma devo dire che mi pare sia venuta molto bene. Se il buon giorno si vede dal mattino abbiamo assistito ad una bella alba. Però, ricordiamoci: aver preso tanti voti comporta tanta responsabilità».
Perché lo sottolinea?
«Ho vissuto l’esperienza dell’ultimo governo Berlusconi e allora, nonostante molti voti, non finì bene. Nelle “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar c’è una frase esemplare: il giudizio di soddisfazione è direttamente proporzionale alle aspettative. Ebbene, qui le aspettative sono altissime».
29 ottobre 2022 (modifica il 29 ottobre 2022 | 20:59)
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Cesare Zapperi , 2022-10-29 18:59:55 ,