L’ex presidente della Camera: «Vent’anni fa parlavo di ius soli e dal centrodestra non ci furono polemiche, oggi vedo una inquietante involuzione. Dare la cittadinanza a ragazzi che studiano non solo è giusto, ma riguarda il nostro comune destino»
Senatore Pier Ferdinando Casini, lo ius scholae divide il Parlamento.
«E allora vi dico una cosa. Vent’anni fa ero presidente della Camera, eletto da una maggioranza di centrodestra. E in più occasioni feci delle dichiarazioni a favore dello ius soli, ma non ricordo nessuna polemica contro di me, neppure da parte di quello che allora si chiamava
Polo delle Libertà…».
Era il centrodestra dell’epoca. Oggi invece Lega e Fratelli d’Italia sembrano pronti ad alzare le barricate in Aula.
«
Vent’anni dopo stiamo parlando di ius scholae
e rispetto ad allora trovo persino più giusto che la cittadinanza oggi venga data a dei ragazzi che abbiano completato almeno un ciclo di studi.
Ma tutte queste polemiche sono terribili, un segno di inquietante regressione, d’involuzione. Oh attenzione, io sono un moderato. E non voglio essere provocatorio, non mi permetto di criticare. Però mi chiedo perché Giorgia Meloni, che si sta preparando a governare il Paese, non faccia uno sforzo di comprensione su questo punto. Lei ritiene, giustamente, il suo essere di destra più importante rispetto al dichiarare qualcosa
politically correct
. Ma questo non è
politically correct
, lo
ius scholae
riguarda milioni di persone in carne e ossa e il nostro comune destino».
Matteo Salvini dice che con lo ius scholae si finirà per dare la cittadinanza alle baby gang di immigrati.
«É un finto problema, non si può fare una campagna elettorale sulle spalle degli immigrati. Nessuno vuol dare cittadinanza alle baby gang, qui non stiamo parlando di spacciatori delle periferie, ma di ragazzi fantastici
che a scuola superano tutti gli esami e prendono voti migliori di quelli dei nostri figli. Ho letto alcuni dei 1.500 emendamenti presentati dal Carroccio: non si può legare la cittadinanza alla conoscenza delle sagre. Io sono di Bologna, bolognese fino al midollo. E magari è possibile che i figli degli immigrati non sappiano nulla della festa della Madonna dell’Acero di Monte Acuto. Ma credo che la ignorino anche molti dei nostri figli. Invece sono convinto, per esempio, che la Madonna di San Luca la conoscono bene anche loro, perché ormai sono più bolognesi di me, alcuni con la “s” addirittura più accentuata della mia. Lo
ius scholae
non restringe gli spazi di legalità, piuttosto li amplia».
Che vuol dire?
«L’equazione clandestinità uguale illegalità non l’ha creata la destra, come vorrebbe da sempre una certa sinistra ideologica, ma l’ha creata la disperazione. Se arrivi in Italia e anziché venire accolto vieni respinto, è inevitabile poi cadere nella rete di gente senza scrupoli che ti sfrutta ovunque: nelle case, nei campi. E molti di quelli che li sfruttano sono proprio italiani. Italiani di cui vergognarsi».
E allora?
«É tempo di costruire assieme un destino, noi e questi ragazzi che sono ormai italiani, anche se hanno la pelle di un colore diverso. Non si tratta di essere per forza filantropici, basta essere intelligenti: noi abbiamo bisogno di loro. Mio nonno Romeo a 2 anni partì per l’America col resto della famiglia, poi lui tornò ma metà dei suoi fratelli rimasero e vissero là per sempre. Gli Stati Uniti sono un grande Paese anche per questo: perché hanno saputo creare un sistema, anche duro, rigido, ma alla fine accogliente».
3 luglio 2022 (modifica il 3 luglio 2022 | 21:23)
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Fabrizio Caccia , 2022-07-03 18:46:06 ,