L’annuncio è arrivato nel pomeriggio di martedì 8 ottobre, durante un’audizione parlamentare. “Andremo a verificare se chi ha usufruito del superbonus 110% ha aggiornato i dati catastali“, ha dichiarato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti illustrando il Piano strutturale di bilancio. Una frase che ha subito messo in allarme i proprietari di casa che hanno beneficiato dell’incentivo per ristrutturare le proprie abitazioni. In realtà, come riporta Il Corriere della Sera, l’obbligo di aggiornare le rendite catastali dopo i lavori del superbonus era già previsto dalla Legge di bilancio 2024.
La norma impone infatti all’Agenzia delle entrate di verificare se “l’incremento del valore degli immobili, dovuto ai lavori di efficientamento energetico e miglioramento antisismico, ha aumentato anche la rendita catastale“. In caso positivo, i proprietari avrebbero dovuto segnalare queste variazioni.
Cosa vuol dire rivedere le rendite catastali
Ma cosa significa rivedere le rendite catastali? In sostanza, il Fisco procederà a cambiare la classe di un alloggio che ha usufruito del superbonus, passandolo ad esempio dalla categoria A/4 (abitazioni di tipo popolare) alla A/3 (abitazioni di tipo economico). Questo comporterà un aumento della rendita, che secondo alcune simulazioni potrebbe attestarsi tra il 17% e il 38%.
“Non c’è un aumento”, ha però precisato Giorgetti rispondendo ai parlamentari. “Non si tratta di fare l’aggiornamento a gioielli di mercato che la Commissione ci ha chiesto, si tratta con semplicità di precisare una norma della scorsa legge di bilancio“. Dello stesso avviso la Lega, partito cui appartiene il ministro, che si è affrettata a chiarire: “Sulla casa non ci sarà alcuna stangata”.
L’impatto sulle tasse e i controlli sugli immobili fantasma
In molti si chiedo quale sarà l’impatto concreto sulle tasse di questo aggiornamento. E la risposta a questa domanda è molto diversa a seconda che si tratti di prima o seconda casa. Nel primo caso, i proprietari non pagheranno nulla in più, ma potrebbero subire conseguenze indirette sull’Isee e sul reddito lordo ai fini Irpef. Per le seconde case, invece, ci si può aspettare un aumento delle imposte immobiliari proporzionale all’aumento della rendita. Inoltre, se l’immobile viene rivenduto entro dieci anni dalla fine dei lavori di ristrutturazione o acquisto, si dovrà pagare anche l’imposta sulle plusvalenze (capital gain), ovvero una tassa sui guadagni derivanti dalla differenza tra il prezzo di vendita e quello di acquisto.
Oltre ai beneficiari del superbonus, nel mirino del governo ci sono anche i proprietari di immobili fantasma, piuttosto gli edifici non registrati al catasto. “Saranno inviate lettere di compliance – ha annunciato Giorgetti –. Se non adempiono, l’Agenzia delle entrate si avvarrà di interventi in surroga per aggiornare le rendite”. Secondo Edilportale, l’Agenzia delle Entrate chiederà ai proprietari di presentare gli atti di aggiornamento catastale entro 90 giorni. Se i proprietari non lo faranno, l’Agenzia procederà d’ufficio ad aggiornare i dati catastali e applicherà anche una sanzione.
Il numero preciso dei contribuenti interessati non è ancora noto. Gli ultimi dati Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, aggiornati ad agosto, parlano di quasi 500mila edifici coinvolti dal superbonus, di cui 133mila condomini, 245mila unifamiliari e 117mila funzionalmente indipendenti. Le unità immobiliari coinvolte potrebbero aggirarsi attorno a 1,5 milioni, ma si tratta di una stima tutta da verificare. Per avere un quadro completo bisognerà attendere l’analisi delle dichiarazioni dei redditi dal 2021 al 2026.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-10-09 14:23:00 ,