Ha aspettato che si facesse sera prima di apparire in tv e spiegare il progetto che ha spaccato il calcio europeo. Più che una spiegazione, un lungo monologo nel quale Florentino Perez, già presidente del Real Madrid e prossimo presidente della Super League parla a raffica respingendo tutte le accuse e rilanciando quel campionato di stelle che, al momento, ha raccolto l’adesione di tre squadre spagnole, tre italiane e sei britanniche. “Facendo al Superlega al posto della Champions potremo coprire le ingenti perdite dovute alla crisi” dice Perez a tarda sera a Chiringuito tv. “Quando non hai entrate all’infuori della televisione, dici che la soluzione è fare partite più attraenti che i tifosi nel mondo possano vedere con tutti i grandi club e siamo arrivati alla conclusione che se invece di fare una Champions League facciamo una Super League saremmo in grado di coprire le perdite che abbiamo subito”, afferma.
“Non è un campionato per ricchi, ma per salvare il calcio”
Florentino continua con il suo discorso per salvare club modesti: “Non è un campionato per ricchi, è un campionato per salvare il calcio. Se dici che i ricchi saranno più ricchi e i poveri saranno più poveri e lo spieghi così… Domani partirà Laporta e andremo a spiegare questa competizione che vuole salvare il calcio e salvare le squadre più modeste, perché il calcio sparirà”. Poi il presidente della Super League sottolinea che il cambio di formato della Champions League è in ritardo: “Dicono che il nuovo formato entrerà nel 2024, ma noi nel 2024 siamo morti”. E attacca il presidente Uefa Ceferin per le sue dure parole nei confronti di Andrea Agnelli, vice presidente della neonata SuperLega: “Quello che il presidente Uefa non può fare è insultare, come ha fatto con Agnelli. Ceferin è impresentabile, la Uefa deve cambiare, non vogliamo un presidente che insulti, vogliamo trasparenza. Cambiamo tutti e cambiamo in meglio. Nell’Europa democratica questo, queste cose non si dicono, per il bene della società “.
“Per il momento non abbiamo invitato il PSG, né i due tedeschi – riprende Perez – Potremmo essere 15 e altre cinque che si alternano. Dicono che vogliamo uccidere i campionati: ma finirà la Bundesliga in Germania? E la Premier in Inghilterra? La serie A in Italia? Assolutamente no. E poi, per esempio, anche Roma e Napoli avranno il diritto di entrare se ne avranno merito. Non è un campionato chiuso, crediamo nel merito di tutte le squadre”.
“Nel basket è così e non succede nulla”
Perez è un fiume in piena e fa il paragone con la pallacanestro: “Nel basket si gioca il campionato e poi l’Eurolega e non succede nulla. Ma perché andrà peggio, chi lo dice? Il calcio in questo momento ha abbassato il suo appeal tra i giovani e vogliamo creare una competizione per farli uscire dal tablet, hanno altre piattaforme, ma il calcio è divertente. Migliori sono le partite, più sarà divertente. La Champions League è attraente solo dagli ottavi di finale, dai quarti. Prima dobbiamo giocare con squadre modeste che non hanno appeal…”.
Quanto alle minacce, il presidente del Real non sembra affatto intimorito: “La Uefa non è stata trasparente. I monopoli sono finiti e tutti diciamo che il calcio sta per essere rovinato. Ma figuratevi se ci cacciano dalla Champions League o dalla Liga. Non ci cacciano proprio da niente, niente. Il nostro gruppo, le dodici squadre della Super League rappresentano due miliardi di tifosi nel mondo, bisogna rispettare la gente. Quello che dobbiamo fare è mettere ordine nel calcio, non vogliamo confrontarci con nessuno. Ma ci sono persone che credono che queste istituzioni siano loro. E non sono loro”.
“Inaudite le minacce dell’Uefa ai giocatori”
Quanto ai giocatori, Perez dice che le istituzioni del calcio “li minacciano. Ma i ragazzi devono stare calmi perché non succederà nulla. Ci sono club che hanno perso centinaia di milioni e l’Uefa minaccia i giocatori di non farli giocare, è inaudito”. Quindi una rassicurazione sui tempi di partenza: “Cercheremo di iniziare il prima possibile. Parleremo con Uefa e Fifa, non so perché devono arrabbiarsi. La Uefa ha lavorato per un altro formato che, prima, non ho capito e poi non produce il reddito necessario per salvare il calcio. Quando dico salvare il calcio è salvare tutti. Quello che vogliamo è salvare il calcio in modo che per i prossimi 20 anni almeno possa vivere in pace. La situazione è molto drammatica. I soldi sono per tutti, questa è una piramide. Lo capiranno anche le altre squadre”.
“Ogni volta che c’è un cambiamento – conclude Perez – ci sono sempre persone che si oppongono. E’ successo a Bernabéu e la storia del calcio è cambiata. Cosa c’è di così attraente? Che giochiamo tra i grandi, la competitività, si generano più risorse. I ricchi? Io? Non possediamo il Real Madrid, siamo una squadra di calcio e lo facciamo per salvare il calcio, che è un momento critico”.