Supernovae near-Earth
Ci sono però alcune supernovae da tenere in carcere sott’bulbo oculare, e queste almeno in linea di principio, posso porre un rischio. Si tratta di stelle situate entro i 1000 anni luce di distanza che potrebbero esplodere prossimamente e la loro energia, nel caso, potrebbe investire la Terra. Ci sono 12 stelle che rientrano in questa categoria: oltre alla ben nota Betelgeuse, o ad altre protagoniste del cielo come Spica, Rigel e Antares, ci sono IK Pegasi, Acrux, Alpha Crucis, Zeta Ophiuchi, Alpha Lupi, Pi Puppis ed S Monocerotis A e B.
Pericolo estinzione?
L’ipotesi alla base dell’estinzione dell’ordoviciano è proprio che la Terra sia stata investita da un GRB prodotto da una supernova near-Earth. Di supernovae nel nostro circondario ne esplodono meno di 5 ogni miliardo di anni, e gran parte dei problemi associati a queste esplosione dipende proprio dalla radiazione gamma. Questa, se una supernova esplodesse entro i 26 anni luce di distanza potrebbe danneggiare fino a dimezzare l’ozono dell’atmosfera terrestre. Ridotto lo strato di ozono, anche il Sole e la sua radiazione diverrebbero dannosi, con buona pace di gran parte delle specie sul pianeta Terra. Un problema per cui non dormire la notte? No di certo, Però, alcune delle supernovae near-Earth sono sì destinate a finire la loro vita come supernovae, ma oggi sono ancora impegnate a bruciare idrogeno nel nucleo, e solo pochi casi come Betelgeuse sono davvero prossime: la sua esplosione avverrà entro i prossimi 100mila anni. Abbiamo problemi più contingenti, dalle guerre al cambiamento climatico, per cui preoccuparci.