Successo di pubblico e di critica per l’evento “Symposium”, che si è tenuto allo Spazio Agorà della Triennale di Milano lo scorso venerdì. Durante la manifestazione, che ha visto la presentazione del III numero della rivista “La Critica” è stata illustrata al pubblico l’ultima impresa letteraria del Sostituto Procuratore Maurizio Ascione dal titolo “Questa capacità di sorridere e piangere”.
Ad impreziosire la kermesse una mostra dell’artista albanese Ambla Klosi che ha incantato la Triennale di Milano con una esposizione di sei grandi opere e una performance di action painting a fine dibattito.
Il moderatore Nicola Santini, in apertura ha introdotto per un saluto istituzionale l’editore della critica Massimiliano Buonocore e la direttrice responsabile Letizia Bonelli.
A seguire, un interessante intervento del poeta e scrittore Abrah Malik, che ha affrontato temi estremamente attuali come quello dell’immigrazione, focalizzandosi sul bisogno – oggi più che mai sentito e urgente – di decolonizzare l’Africa, citando in particolare la situazione coloniale francese ancora oggi presente in determinati stati africani, soggiogati a livello economico.
Il Symposium è poi andato avanti, dando la parola al Direttore del Piccolo Museo della Poesia di Piacenza, l’illustre Edoardo Callegari, un uomo di profonda cultura che ci ha propriamente illuminato.
Arriviamo dunque a parlare della presentazione del libro di Maurizio Ascione, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano. Dopo la presentazione ufficiale del libro al pubblico, l’autore ha speso qualche parola di approfondimento sulla scelta del titolo e della materia trattata.
Ha infatti affrontato, tra le altre cose, la questione della “memoria generazionale”, di cui riportiamo un estratto:
«Questo libro, che parla di mie esperienze processuali, di morti da amianto e molto altro, in realtà alla fine tenta, modestamente, di trasmettere un messaggio di più ampia portata, per cui i modelli di società e quelli socioeconomici moderni debbono essere pensati – e costruiti – in una visione intergenerazionale. […] Noi sappiamo che delle cosiddette “morti bianche” si viene a conoscenza continuamente. Il libro ha come obiettivo di fondo il voler denunciare tutta una serie di situazioni e comunicare la necessità di ripensare a livello profondo e serio al modo di progettare la nostra società».
È così iniziato un ciclo di lettura di alcuni estratti del suo testo, che hanno avuto voce grazie al prezioso contributo di Marianna Russo.
Vi sono stati inoltre diversi interventi sulla materia trattata da Ascione, grazie alla partecipazione di ospiti prestigiosi.
Ha preso al dibattito infatti Benito Melchionna, Procuratore Emerito della Repubblica e, a seguire, Giampiero Rossi del Corriere della Sera. Quest’ultimo ha trattato di come, da un punto di vista di comunicazione pubblica, il problema legato all’amianto sia stato portato alla luce troppo tardi, per quanto riguarda la salute individuale e collettiva.
Abbiamo poi avuto l’onore di ascoltare il perito Fabio Roia, Presidente Vicario del Tribunale di Milano, il quale, seguendo il fil rouge della materia, ha offerto stimolanti e puntuali riflessioni in merito di giurisprudenza italiana, dicendo infatti che:
«Il limite della risposta penale sta proprio nel fatto che non va demandata a lei l’intera sensibilizzazione sul tema, ma si deve trovare nelle forme di prevenzione (agenzie politiche, amministrazione, pubblica opinione, mass media, etc). Diviene così un bene comune che va vissuto insieme, tutti insieme, ribadendo che il bene della salute nella scala dei valori costituzionali si trova al primo posto. Di conseguenza, la salute, individuale o collettiva, è così sicuramente al primo posto».
A seguire, è intervenuto l’oncologo Luciano Mutti, che ha completato il dibattito affrontando il discorso da un punto di vista medico.
Tra gli altri ospiti, ricordiamo il produttore cinematografico Carlo Maietto, Anila Pojani, Console Generale della Repubblica d’Albania presso il Consolato Generale di Milano, così come il parlamentare e componente del CSM Cosimo Maria Ferri, il sacerdote Enzo Bugea Nobile e il fondatore di Ital Comunications Attilio Lombardi.
Nella parte conclusiva dell’evento, si è occupato della direzione artistica il critico d’arte Pasquale Lettieri, coinvolgendo il pubblico tutto in un’autentica performance artistica dal vivo, quella dell’artista Ambla Klosi.
Come ha spiegato Lettieri, il lavoro dell’artista andava a costituirsi in quella che è l’action art o performance art dell’arte contemporanea: un’arte che non considera come opera il prodotto artistico “finito”, ma il processo stesso di creazione e ispirazione.
È infatti il coinvolgimento, l’emozione, la datità del momento – che è unico ed irripetibile -, l’esperienza di tutte le soggettività presenti e l’espressione creativa di chi agisce l’arte materialmente a costituire la performance e quindi anche l’opera d’arte vera e propria.
Si è così conclusa la serata simposiale, coronata da un piccolo momento conviviale in cui ospiti e pubblico hanno potuto interagire tra loro e scambiarsi opinioni sul tema, tirando le fila dell’evento.