“È stato un lungo percorso ad Alessandria, dove hanno salvato la vita a papà. Da oggi questo percorso continuerà in Lombardia, ma non dimenticheremo mai tutto quello che hanno fatto per mio padre e il supporto che hanno dato anche a noi”. Così Andrea Tacconi, sui social, comunica e informa sulle condizioni di papà Stefano. L’ex portiere di Nazionale e Juventus ha lasciato – a quasi un anno dall’aneurisma avuto ad Asti nell’aprile del 2022 -, l’Azienda ospedaliera alessandrina per terminare l’ultima fase riabilitativa in un’altra struttura più vicina a abitazione. Era stato trasferito ad Alessandria dopo un’emorragia cerebrale da rottura di aneurisma. Dopo essere stato operato dall’equipe del Direttore di Neurochirurgia Andrea Barbanera, con il supporto del neuroradiologo Ivan Gallesio, e ricoverato a lungo prima in Rianimazione, diretta da Fabrizio Racca, e poi proprio nel reparto di degenza, è entrato al Borsalino a luglio e ne è uscito qualche giorno fa a seguito di un intenso lavoro riabilitativo.
“La strada è ancora lunga, ma come ho sempre fatto vi terrò informati”, assicura Andrea Tacconi. Solo qualche giorno fa, ancora al Centro Borsalino, Tacconi è stato ritratto in una foto, sempre dal figlio Andrea, mentre era impegnato ad autografare alcuni copie del libro ‘Stefano Tacconi Junic’. “Siamo venuti qui da un’altra regione e ora il Centro Borsalino ci è entratro nel cuore e nell’anima. Grazie a tutto lo staff dell’Azienda Ospedaliera, a quello del Borsalino e specialmente alla fisioterapista Laura che ci ha seguiti dal primo all’ultimo giorno. Ora, in pieno accordo con i professionisti del presidio – aggiunge la famiglia – proseguiremo il percorso riabilitativo in una struttura più vicina a abitazione, ma non dimenticheremo mai Alessandria e le splendide persone che ci hanno accompagnato in questo anno”.
“Il percorso di Stefano Tacconi – ha spiegato Luca Perrero, Direttore di Neuroriabilitazione – è stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli oss. Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero, che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando sia le palestre sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, che erano presenti nella sua vita quotidiana precedente all’episodio traumatico”.