Tajani sul caso Salis: “Nessuna interferenza italiana”. Ma il ministro ungherese insiste: “Qui le persone sono state quasi uccise ma viene considerata una martire”

Tajani sul caso Salis: “Nessuna interferenza italiana”. Ma il ministro ungherese insiste: “Qui le persone sono state quasi uccise ma viene considerata una martire”

Tajani sul caso Salis: “Nessuna interferenza italiana”. Ma il ministro ungherese insiste: “Qui le persone sono state quasi uccise ma viene considerata una martire”


È ancora scontro tra Italia e Ungheria sul caso di Ilaria Salis, l’antifascista italiana in carcere duro a Budapest dall’11 febbraio del 2023. Dopo il botta e risposta di ieri tra il ministro degli Esteri ungherese e il suo omologo italiano, Antonio Tajani, interpellato a margine di un evento alla Camera, torna ancora oggi a dire: “Non c’è alcuna interferenza da parte italiana, ci siamo preoccupati di ciò di cui ci dobbiamo preoccupare cioè della tutela dei diritti del detenuto, lo facciamo per la signora Salis come per tutti i detenuti italiani nel mondo. Vanno rispettate all’interno dell’Unione europea le regole dell’Ue per quanto riguarda la detenzione – aggiunge – Siamo garantisti, abbiamo detto quello che si può fare”.

Tajani afferma anche che il governo è “in costante contatto con la famiglia” e ribadisce che “ieri abbiamo consegnato un documento scritto al ministro degli Esteri ungherese per dire quello che noi possiamo fare e, qualora venissero concessi gli arresti domiciliari alla signora Salis, deve essere garantita la sicurezza della detenuta e dei suoi famigliari”.

Il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjßrtó però insiste sulla linea dura già mostrata ieri e su Fb attacca l’insegnante italiana detenuta a Budapest postando un video: “Sono scioccato dalle reazioni italiane. Questa signora (Ilaria Salis, ndr) è stata presentata qui in Italia come una specie di vittima, una martire. In Ungheria le persone sono state quasi uccise. La gente è stata quasi picchiata a morte nelle strade, e poi questa signora viene dipinta come una martire o la vittima di un processo ingiusto. Nessuno, nessun gruppo di estrema sinistra, dovrebbe vedere l’Ungheria come una sorta di ring di boxe dove venire a pianificare di picchiare qualcuno a morte”.

Il padre di Ilaria Salis: “Processo politico”

A rispondere, altrettanto duramente, al ministro magiaro via social è il padre dell’insegnante reclusa, Roberto Salis: “Le dichiarazioni di Szijjartó sono una palese interferenza con la magistratura ungherese. Senza che il processo sia ancora entrato nelle fasi iniziali il rappresentante del potere esecutivo del governo Orban sentenzia che Ilaria avrebbe premeditato le aggressioni e cerca di influenzare le decisioni del giudice pretendendo pene esemplari!”. Per Roberto Salis, questa “è la dimostrazione palese che quello intentato contro Ilaria è un processo politico e che il governo Orban controlla direttamente il potere giudiziario ungherese in barba alle norme europee in merito ed infischiandosene delle elementari regole della Democrazia da stato illiberale come da dichiarata ambizione del suo primo Ministro, ampiamente confermata dai fatti”.

Schlein: “Imbarazzante l’atteggiamento del governo”

Intanto, mentre sono al vaglio le immagini riprese dalle telecamere che immortalano gli imbrattori di un muro a Roma con l’augurio di morte per Ilaria Salis, anche l’opposizione torna ad alzare la voce: “È imbarazzante – dice Elly Schlein, segretaria del Partito democratico – l’atteggiamento timido del governo italiano verso il loro alleato Orban. Sono indecenti le dichiarazioni da parte degli esponenti di governo ungherese”.

Dalla parte di Salis si schiera anche l’Anpi, che per voce del suo presidente Gianfranco Pagliarulo, afferma: “Il ministro degli Esteri magiaro ha già concluso istruttoria, processo e condanna. Le sue raccapriccianti parole confermano che l’Ungheria di Orban non è uno Stato di diritto e che una cittadina italiana non è sottoposta né a una giusta detenzione, né a un giusto processo. Davanti alle inqualificabili parole del ministro, il governo italiano balbetta. Invece che chiacchierare sul patriottismo e la Nazione, il governo dimostri di avere la schiena dritta e si dia una mossa”.

E Patrick Zaki: “Dobbiamo sostenere la causa di Ilaria. Ognuno di noi deve offrire il suo contributo per riportarla a casa al più presto. Ho visto le immagini terribili in tribunale. Lei ammanettata a mani e piedi. Anche in questo caso i diritti umani sono gravemente violati”.



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[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-02-29 17:23:09 ,www.repubblica.it

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