La variante Omicron continua a provocare oltre 50mila casi al giorno. Un numero ancora piuttosto alto che conferma la contagiosità della mutazione Covid attualmente più diffusa in Italia e che, da quando è arrivata, ha contagiato circa 11 milioni di italiani. I numeri ufficiali del ministero della Salute registrano negli ultimi 5 mesi oltre il doppio dei casi rispetto ai 22 mesi precedenti e tutti dovuti a Omicron. Ma i numeri ufficiali rischiano di nascondere un’altra realtà. Quella di centinaia di migliaia di italiani che, non più spaventati da forti sintomi così come succedeva con le varianti precedenti, cominciano a convivere con Omicron scegliendo una lotta al virus “fai da te”: il tampone se lo fanno in abitazione e se il risultato dovesse essere positivo optano per la soluzione meno invasiva, e cioè quella di aspettare che passi senza recarsi in farmacie, medici di base e sottostare alle regole delle quarantene imposte.
«Fino a 40 milioni di contagiati il vero numero»
«Se si tiene conto degli asintomatici, o di chi comunque ha avuto problemi blandi ai quali non ha badato o non ha voluto badare, bisogna stimare che il numero reale dei positivi sia 2-2,5 volte in più rispetto a quello ufficiale», conferma a Repubblica il professor Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Università di Milano. «Significa che fino a 25 milioni di italiani, il 40%, avrebbe già preso Omicron», continua, «alla fine arriveremo al 65%, cioè a circa 40 milioni di contagiati. Non tutti gli italiani la prenderanno perché comunque i vaccini, e anche la precedente infezione con un’altra forma del virus, un po’ di copertura la danno».
Il tracciamento fatto in abitazione
E il ragionamento vale anche per gli attualmente positivi, attualmente 1,2 milioni e quindi fino a 3 milioni di persone che in questo momento potrebbero essere contagiate dal virus. L’esistenza di un esercito invisibile di positivi a Omicron viene confermato anche dal medico di famiglia di Bari e segretario regionale del sindacato Fismu, Anna Lampugnani: «Tanti pazienti si fanno a abitazione il tampone e non denunciano il risultato. Noi spieghiamo che con il fai da te ci possono essere falsi e li invitiamo comunque a fare il test ufficiale. Ma ci sono anche tanti che non ci contattano nemmeno. Magari ci rendiamo conto che sono stati contagiati perché ci chiedono un antibiotico, che non va bene contro il coronavirus, perché da qualche parte hanno visto che serve. Diciamo che un tempo, con le altre varianti, l’eccesso era chiudersi in abitazione tre settimane. Adesso si esagera e si vuole uscire dopo due giorni». Quello che aiuta il tracciamento fai da te è anche la possibilità di acquistare i test dalla grande distribuzione o su internet. Strade alternative che permettono di eludere la farmacia e il monitoraggio stretto.
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Scritto da Redazione perwww.open.online il 2022-05-03 06:50:32 ,