Nonostante la crisi di governo in corso, il ddl Concorrenza torna in pista alla Camera, anche a costo di perdere per strada uno dei capitoli politicamente più “pesanti”: la delega al governo per l’adozione di un decreto per riformare il settore del trasporto pubblico non di linea. Ovvero taxi e Ncc, i servizi di noleggio con conducente. Lunedì prossimo, 25 luglio, il Disegno di legge 3634 sulla concorrenza approderà infatti all’esame dell’Aula della Camera. Così ha deciso la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
Nel corso della riunione, il Governo ha anticipato l’intenzione di stralciare dal provvedimento (Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021, già approvato dal Senato in prima lettura). uno degli articoli più controversi, il numero 10, proprio quello relativo alla riforma dei taxi. L’obiettivo è un’approvazione in extremis, prima dello scioglimento delle Camere, anche perchè senza il via libera al provvedimento è a rischio uno dei 55 target necessari per incassare i fondi del Pnrr.
La soddisfazione di Lega e FdI
Tra i primi ad esultare per lo stralcio delle norma sulle auto bianche ci sono i leghisti che parlano di “vittoria del buonsenso”. I deputati della Lega in commissione Trasporti Elena Maccanti ed Edoardo Rixi si dicono ora “pronti per una rapida approvazione del ddl”, e invitano piuttosto sui decreti attuativi necessari per completare entro l’anno l’iter delle altre norme previste dal Ddl, rispettando così la scadenza fissata dal Pnrr. Sulla stessa linea della Lega anche Fratelli d’Italia. “Grazie a Fratelli d’Italia e a tutto il centrodestra sarà stralciato l’articolo 10 dal Ddl Concorrenza per tutelare i tassisti”, sottolinea il capogruppo FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida. Questo, prosegue, “è l’unico modo per difendere il comparto dalla sleale competizione che metterebbero in campo le multinazionali per soddisfare la loro voglia di speculazione su un servizio pubblico. Dobbiamo salvaguardare i posti di lavoro e garantire l’intero sistema che rischiava di essere smantellato da questa assurda proposta”.
Il sospiro di sollievo dei sindacati dei tassisti
Soddisfatti per il passo indietro del Governo anche i sindacati dei tassisti, che tirano un “sospiro di sollievo”, spiega Riccardo Cacchione, coordinatore nazionale di Usb Taxi, “per noi e per tutti gli utenti che si rivolgono a quello che dovrebbe essere un servizio pubblico essenziale”. Un po’ meno entusiasta Nicola Di Giacobbe, coordinatore nazionale di Unica Cgil Taxi, che in merito allo stralcio dell’articolo 10 commenta: “In realtà era già stato votato dalla maggioranza in commissione Trasporti: era una decisione già presa, come avevamo chiesto noi. Ma avevamo anche chiesto un intervento per regolamentare le applicazioni tecnologiche e per dare attuazione ai due decreti rimasti in sospeso. Il governo ha deciso, in questa fase, di procedere sullo stralcio ma non sul resto. Bene sull’articolo 10, quindi, male sul resto, perché la norma andava fatta, perché così le multinazionali continueranno a operare senza regole sul nostro territorio”.
Assoutenti nettamente contraria: no a stralcio
Di segno opposto la reazione dei consumatori. Assoutenti si dice infatti “nettamente contraria” allo stralcio dell’articolo 10: “Ancora una volta lo Stato Italiano sembra voler cedere alle violenze e alle pressioni della lobby corporativa dei tassisti, dimostrando una debolezza verso le auto bianche che non ha eguali nel mondo”. Da anni, ricorda il presidente Furio Truzzi ”si attendono in Italia misure in grado di riformare il comparto del trasporto pubblico non di linea, aumentare la concorrenza e adeguare il servizio alle opportunità offerte dalla moderna tecnologia”. Assurdo poi, sottolinea l’associazione, che il Governo da un lato stralci le norme sui taxi che avrebbero favorito gli utenti, dall’altro lasci all’interno del Ddl “le disposizioni che faranno aumentare i costi dell’Rc auto attraverso l’obbligo per le compagnie assicurative straniere di aderire al risarcimento diretto.