Ha appena compiuto 35 anni lo scorso 13 dicembre, Taylor Swift, e si può dire che mai come in questo momento sia sulla bocca di tutti. Eletta persona dell’anno 2023 dal magazine Time, è nel bel mezzo di un tour mondiale, The Eras Tour, che celebra i suoi oltre vent’anni di carriera, dato che ha iniziato quando di anni ne aveva 13. Nel mentre ha venduto 200 milioni di dischi, infranto 117 Guinness record, è l’artista donna che ha guadagnato di più in tour nella storia, l’artista in assoluto più ascoltata su Spotify negli ultimi dodici mesi e si stima che smuova un impero economico che supera il miliardo di dollari. La sua storia d’amore più recente, ultima di una serie di rapporti chiacchieratissimi e coperti ossessivamente dalla stampa, la vede legata a Travis Kelce, campione di football americano: inutile dire che la sua presenza negli stadi a sostegno del fidanzato ha fatto impennare le vendite dei biglietti, delle casacche sportive e di tutto l’indotto.
Figura enigmatica e forse incomprensibile per una fascia di cittadinanza ormai adulta, Taylor Swift e l’idolo della generazione Z in giù. È riuscita in qualche modo a incanalare un gusto del tutto contemporaneo eppure smaccatamente tradizionale, assorbendo in sé parecchie contraddizioni: partita dalla musica country e dall’immagine della tipica ragazzotta a stelle e strisce (Miss Americana è il suo alter ego nonché il titolo di un suo documentario intimo e rivelatorio), ha saputo evolversi in una popstar mondiale, un po’ sexy un po’ innocua, sicuramente enpowered. Il fatto di aver a un certo punto rotto con la casa discografica che l’aveva lanciata e di star ora ri-incidendo tutti i suoi primi dischi è non solo una mossa inedita nel music business ma anche una rivendicazione di emancipazione e libertà.
Insomma Swift è icona assoluta, modello generazionale, diva controintuitiva, macchina da business. Molte delle sfaccettature vengono raccontate ora in Taylor Swift. The One, scritto da Michele Lallai ed edito da Pendragon: si tratta del primo libro italiano che racconta a 360 gradi non solo la vita e l’affermazione personale della musicista, ma vengono anche analizzati tutti i brani dei suoi 10 album, 144 canzoni che sono anche il pretesto per ripercorrere il suo itinerario artistico e sentimentale. Una lettura che manderà in visibilio i fan più sfegatati, ovviamente, ma anche per chi vuole conoscere segreti e curiosità di un fenomeno pop senza precedenti. Eccone, per esempio, alcuni:
La nonna soprano
Se mamma Andrea era un’esperta di marketing e papà Scott un broker finanziario, che comunque decisero di chiamare la loro bambina in onore di James Taylor, è dalla nonna materna Marjorie che Swift eredita lo spirito musicale. Nata nel 1928, Marjorie Finlay è stata una cantante d’opera che ha raggiunto una discreta notorietà negli Stati Uniti ma soprattutto ha avuto un grande successo in Sud America e a Puerto Rico, dove ha animato anche dei programmi in televisione. Al ricordo della nonna è dedicata Marjorie, dall’album Evermore, ma anche Timeless (dall’album Speak Now) è un tributo a lei.
Abercrombie Girl
Da sempre la passione della piccola Taylor è stata quella della musica, tanto da partecipare a diversi concorsi e concerti locali. Ma in pochi ricordano che ha avuto anche una breve parentesi come modella. Dopo un’esibizione in uno stadio, infatti, fu avvicinata da Dan Dymtrow – manager anche di Britney Spears e Backstreet Boys – che, affascinato dalla sua voce, la prende sotto la sua ala. Ma capisce che bisogna lavorare sulla sua immagine e quindi la fa partecipare a una campagna pubblicitaria di Abercrombie & Fitch, assieme ad altri baldi giovani fisicati. Ovviamente quella non era la sua strada, ma fu anche il battage di magazine come Vanity Fair ad attirare l’attenzione delle major.
La canzone n. 5
Come tanti altri artisti, anche Taylor Swift ha le sue scaramanzie e i suoi rituali. Per esempio è legatissima al numero 13, solitamente associato alla sfortuna ma che lei invece lega a molti fatti positivi (“Sono nata il 13, ho compiuto 13 anni di venerdì 13, il mio primo album è diventato disco d’oro in 13 settimane e la mia prima canzone che è saltata al numero uno in classifica aveva 13 secondi di intro”, dice). Ma un altro vezzo numerologico per lei è legato al numero 5: la quinta canzone di ogni suo album, almeno a partire da Red, è infatti solitamente la più emotiva e intima dell’album. Una cosa nata per caso che però poi si è tramutata in una tradizione attesa dai fan.
L’inflazione
Si chiama Taylor Swift Effect: è l’espressione con cui molti giornali e pubblicazioni hanno nominato l’impatto che questa cantante ha non solo sui gusti e sui consumi musicali, ma anche su una scala economica vera e propria. L’entità numerica dei fan che la seguono è in grado di spostare volumi notevoli, ma non solo: le critiche che lei stessa ha rivolto al sistema di retribuzione degli artisti in streaming su Spotify o al metodo di assegnazione dei biglietti su Ticketmaster ha portato queste aziende a ripensare i loro modelli. Le vendite astronomiche dei biglietti del suo Eras Tour, poi, hanno destato preoccupazione per l’inflazione in paesi come Francia e Svezia, dove sono aumentati all’improvviso i costi di alberghi, ristoranti ecc in vista dell’arrivo dei suoi fan.
I fan
I fan, appunto. In molti sono convinti che uno dei segreti del successo mastodontico di Taylor Swift sia in gran parte dovuto al suo rapporto inedito con i fan, adottando in tutto e per tutto un paradigma contemporaneo e interattivo. I fan della cantante, i cosiddetti Swifties, non sono solo degli ascoltatori passivi e ciecamente fedeli, ma sono una specie di interlocutore privilegiato: lei scrive per loro, dialoga ecc. Da qui un rapporto fedelissimo e “paritario”, pronto a tutto. Come si racconta in Taylor Swift. The One, anche se la cantante non è direttamente legata al termine che designa i suoi appassionati, nel 2019 la sua azienda ha registrato il marchio a fini commerciali. Perché, in fondo, i fan sono appunto la cosa più ricercata che ha.
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di Paolo Armelli www.wired.it 2023-12-15 15:33:55 ,