di Tommaso Meo
Sono almeno nove milioni gli utenti che condividono contenuti intimi senza consenso in almeno 190 canali Telegram. Sono i inquietanti numeri che emergono dall’ultimo aggiornamento del report sullo stato dell’arte del revenge porn, di Permesso Negato, associazione che si occupa del supporto tecnologico ali morti di diffusione non consensuale di contenuti intimi e di altre forme di violenza e attacchi di odio online.
La quarta edizione del rapporto ha fotografato un fenomeno in aumento nel nostro Paese. Tre milioni di utenti non unici in più si sono iscritti quest’anno a questi network che a loro volta sono raddoppiati negli ultimi dodici mesi passando da 89 a 190. Tra questi, il canale più grande preso in esame conta 380.000 utenti unici. Nel rapporto si cita anche la circolazione di materiale pedopornografico. Questi contenuti sono poi condivisi direttamente nel canale o privatamente.
Il report segnala inoltre l’aumento della richiesta di materiale pornografico non consensuale legato a casi di cronaca. Su Telegram ci sono utenti per esempio che cercano il video della presunta violenza sessuale commessa dal figlio di Beppe Grillo. In crescita, secondo il rapporto, anche lo scambio di foto e video provenienti da Onlyfans, dove sex workers pubblicano contenuti a pagamento.
Tirando le somme, il team di Permesso Negato nota che ormai il fenomeno della diffusione non consensuale di materiale intimo è molto più vasto del revenge porn. Ad aggravare la situazione gran parte del materiale viene condiviso con il nome e il cognome della vittima o con collegamenti ai suoi profili social, con conseguenze che l’associazione definisce “devastanti” e ripercussioni “non solamente sul piano psicologico e reputazionale, ma sempre più spesso anche sul piano lavorativo”.
Secondo il report, nonostante una recente disciplina specifica sul revenge porn, “la situazione rimane critica, soprattutto per via di piattaforme, per prima Telegram”, che sono “refrattarie” a intervenire e in alcuni casi sembrano “compiacenti e sorde” anche verso la pedopornografia. Tra le piattaforme virtuose Permesso Negato segnala invece Facebook, Instagram e Microsoft, Google che, adottano una politica di “tolleranza zero” e rispondo in tempi brevi alle segnalazioni. Più difficile invece il rapporto con Twitter.
Tra i metodi di prevenzione del fenomeno l’associazione cita il Programma pilota sulle immagini intime condivise senza autorizzazione di Meta di cui Permesso Negato è partner in Europa. Il programma consente alle persone che temono che le proprie immagini intime possano essere condivise senza il loro consenso di inviarne una copia in modo sicuro e protetto per evitare che vengano diffuse su Facebook, Messenger e Instagram.
Permesso Negato nasce nel 2019 e grazie a un team di esperti di tecnologia, cybersecurity, legali e criminologi, sviluppa e applica tecnologie, strategie e politiche per fermare il revenge porn e altre forme di violenza e odio online. Nell’ultimo anno ha contribuito a segnalare e far rimuovere circa 3.500.000 contenuti dalle principali piattaforme online.
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www.wired.it
2021-11-22 12:06:59