“La Terra è piatta” dicono in molti sul web, nella maggior parte dei casi per fare il verso a una strettissima ma talvolta rumorosa cerchia di fedelissimi terrapiattisti. Spesso l’idea della Terra piatta viene associata al Medioevo, all’oscurantismo dei dogmi religiosi nei confronti del progresso scientifico. Eppure, le cose non stanno davvero così: la forma della Terra fu oggetto di discussione ben prima del medioevo, già ai tempi dell’Antica Grecia.
La Terra dei naviganti
Le prime intuizioni circa la forma della Terra devono essere associate allo sviluppo delle tecniche di navigazione. I grandi navigatori del passato, come per esempio i fenici, si devono sicuramente essere resi conto del fatto che muovendosi in latitudine sulla Terra, cambiavano le stelle e la loro posizione in cielo. Qualcosa che assume significato solo se si comprende che la Terra è più o meno una sfera, e quindi spostandosi sulla sfera si cambia la direzione in cui si guarda il cosmo.
La forma della Terra
I grandi pensatori greci si alternarono in tantissime ipotesi, a volte curiose, sulla forma della Terra. Secondo Talete la Terra era un sfera piatto che galleggiava sull’acqua. Secondo Anassimandro era un cilindro, ma questo era sospeso nel vuoto. Per Anassimene era un sfera che galleggiava sull’aria. Era piatta anche per Anassagora, per Democrito era un sfera ma con la cima concava, per Senofane era piatta in cima, ma si estendeva all’infinito verso il basso. I primi a pensarla sferica furono Pitagora e Parmenide e poi, soprattutto, Aristotele. Aristotele aveva capito che una superficie sferica localmente appare piatta (ecco perché la vediamo piatta nella nostra vita di tutti i giorni!). Ma capì anche che il fatto che le stelle cambino con la latitudine e che esista un orizzonte dietro il quale spariscono gli alberi delle navi, era una prova schiacciante: la Terra era sferica. Anche se per Aristotele la sfera era al ferma e al centro dell’Universo.