Terzo Polo: su Rdc e ius scholae vicini al Pd, su sicurezza e nucleare al centrodestra

Terzo Polo: su Rdc e ius scholae vicini al Pd, su sicurezza e nucleare al centrodestra



«Abbiamo fatto il terzo polo per far stare Draghi al Governo e per farlo, che sia Draghi o che sia uno che porta avanti in quel modo, non c’è in Italia che tagliare le estreme e fare un’alleanza Ursula». Parola di Carlo Calenda alla presentazione del programma “Italia sul serio” dell’alleanza elettorale tra la sua Azione e Italia viva di Matteo Renzi. Un manifesto che potrebbe essere la base di una futura larga maggioranza con la sua capacità di risultare, a seconda dei temi, una volta più vicino al centrosinistra e l’altra al centrodestra. Sui diritti, per esempio: spazio allo ius scholae, una delle riforme care al Pd.

Sul lavoro, sì al salario minimo condiviso da democratici ma anche dai Cinque Stelle. Sul fronte giustizia e sicurezza sicuramente la sintonia maggiore è con Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, anche se il tema sicurezza – ha scandito Calenda – «non è un argomento di destra. Decoro urbano e sicurezza proteggono le persone fragili, non le persone che vivono in quartieri di lusso».

Diritti e pari opportunità: sì allo ius scholae

Tra gli strumenti per ottenere «più integrazione e meno irregolarità» il programma di Calenda e Renzi si propone di introdurre lo «ius scholae», vale a dire l’acquisizione della cittadinanza per chi abbia frequentato per almeno cinque anni un percorso di formazione in Italia. La promessa che il Pd non è riuscito a mantenere, per ammissione dello stesso segretario del Pd Enrico Letta («La cosa di cui mi sono vergognato di piu’ come parlamentare è il fatto che avevamo promesso a centinaia di migliaia di ragazzi, italianissimi dentro, che sarebbero diventati italiani anche nel passaporto»).

Non solo: Azione e Italia viva prevedono anche un percorso di formazione in Italia. Inoltre, proponiamo di concedere la cittadinanza a tutti gli studenti stranieri che hanno svolto e completato gli studi universitari in Italia.

Sul tema dei diritti si annuncia una legge contro l’omotransfobia, ma senza riferimenti alla legge Zan che Italia viva contribuì a non far approvare.



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