Author: Adriana Logroscino
Data : 2023-01-25 16:12:29
Dominio: www.corriere.it
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L’imbarcazione della Ong si dirige verso un punto segnalato da Alarm Phone e raccoglie altri 61 migranti. Piantedosi: «I salvataggi sono occasionali, la ricerca sistematica invece fa ripartire i gommoni»
La Geo Barents, imbarcazione di Medici senza frontiere, ha raccolto 61 migranti in un terzo salvataggio successivo mentre si dirigeva verso il porto di sbarco assegnato dalle autorità italiane con altri 170 persone già soccorse: La Spezia. Lasciando la rotta per rispondere a un allarme, ha violato, cioè, il decreto Piantedosi che non consente deviazioni dopo un primo salvataggio. «Le Ong si lamentano della lunga percorrenza (per raggiungere il porto assegnato, ndr) – dice il ministro dell’Interno – ma il salvataggio e il naufragio sono qualcosa di occasionale, non di ricerca sistematica, che invece fa ripartire i gommoni». Dal Viminale filtra l’intenzione di far chiarezza al momento dello sbarco, previsto tra sabato notte e domenica.
«Mentre andavamo verso nord abbiamo ricevuto un’allerta da Alarm Phone, Geo Barents si è diretta verso il punto segnalato, ma durante la navigazione abbiamo incontrato un’altra imbarcazione in difficoltà in acque internazionali, in zona Sar Libia. Abbiamo così effettuato il salvataggio: 61 persone, tra cui 13 donne e 24 minori (un bambino ha meno di 1 anno). Le autorità italiane sono state avvertite, ma non abbiamo ricevuto al momento nessuna risposta».
La comunicazione, da parte di Medici senza frontiere, conferma che l’imbarcazione Geo Barents ha soccorso migranti in mare in tre diverse operazioni. Circostanza, questa, che esporrebbe l’Ong a una sanzione, in base al decreto in materia di migranti, adottato in Italia. Il totale di salvati e a bordo della Geo Barents è quindi di 237 migranti.
L’imbarcazione ha continuato a navigare dopo il secondo salvataggio verso la prima segnalazione di un’imbarcazione in difficoltà che aveva ricevuto da Alarm Phone, «in conformità con il diritto internazionale marittimo», sostengono dalla Ong. Il decreto legge firmato dal ministro Matteo Piantedosi, però, dispone che «il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorità» che in questo caso era La Spezia «venga raggiunto senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso».
Il ministro Piantedosi, intervenendo a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico della scuola dei vigili del Fuoco, è tornato sul tema: «C’è questa coincidenza strana: la presenza delle navi Ong e le condizioni climatiche, fanno ripartire i gommoni dalla Libia, anche le imbarcazioni più fragili. Noi ci lamentiamo di questo, loro si lamentano della lunga percorrenza. Il salvataggio e il naufragio sono qualcosa di occasionale, non di ricerca sistematica, che induce alle partenze perché la presenza delle Ong guarda caso fa ripartire i gommoni».
Al momento dello sbarco a La Spezia, si apprende dal Viminale, si valuterà se la nave di Medici senza frontiere ha rispettato o meno le prescrizioni del decreto legge che impongono di raggiungere «senza ritardo» il porto indicato.
25 gennaio 2023 (modifica il 25 gennaio 2023 | 17:22)
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