Una fabbrica della Tesla vicino a Berlino avrebbe trattenuto parte dello stipendio ad alcuni lavoratori malati, mettendo in dubbio certificati presentati in precedenza e spingendoli a violare il segreto medico comunicando la diagnosi. La denuncia è arrivata nei giorni scorsi dal sindacato IG Metall.
Per giustificare le trattenute la Tesla, secondo, il sindacato tedesco, avrebbe citato “debiti” dovuti a “pagamenti eccessivi”. In alcuni casi avrebbe incoraggiato i lavoratori a firmare lettere di dimissioni.
Non è un buon momento per la società in Germania: l’azienda deve trattare un riduzione delle vendite cominciato a gennaio e le polemiche per le dichiarazioni del patron Elon Musk a favore del partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD), arrivato secondo alle elezioni. In Svezia, invece, il sindacato è in sciopero dal 27 ottobre 2023, diciassette mesi, per ottenere il contratto collettivo di lavoro che l’azienda si rifiuta di firmare.
Per Tesla in Germania un braccio di ferro che dura da tempo
Il braccio di ferro tra azienda e sindacati in riva alla Sprea non è una novità. Nei mesi scorsi la grafica locale aveva raccontato come i manager di Giga Berlin avessero cominciato a presentarsi a casa dei dipendenti che si dichiaravano malati.
Il direttore della Giga Berlin Manufacturing André Thierig aveva difeso la scelta, dichiarando che i lavoratori dell’espianto si approfittano del sistema tedesco. Come riporta il sito californiano Teslarati, focalizzato sulla casa automobilistica di Musk, Thierig aveva aggiunto che la Tesla aveva identificato 200 lavoratori (sugli undicimila assunti nell’espianto) che non si erano presentati in azienda per un anno, ma nonostante tutto continuavano a essere pagati.
Non solo. Il tasso di assenteismo, aveva proseguito, sarebbe del 2% in media, ma il venerdì durante i turni notturni aumenta del 5%. “Non è un indicatore di cattive condizioni di lavoro, perché le condizioni di lavoro sono le stesse tutti i giorni della settimana e in tutti i turni”, aveva affermato il manager. “Suggerisce [piuttosto] che il sistema sociale tedesco sta venendo in qualche modo sfruttato”.
Già ai tempi il sindacato IG Metall non condivideva l’analisi, e affermava che le assenze per malattia raggiungevano addirttura il 15% in certi momenti perché nell’azienda vigeva il “culto della paura”. “I dipendenti di quasi tutte le aree della fabbrica hanno riferito di un carico di lavoro estremamente alto”, ha affermato l’organizzazione. “Quando ci sono carenze di organico, i lavoratori malati sono messi sotto pressione e quelli che stanno bene sono sovraccaricati con lavoro addizionale”.
Il parere dell’avvocato
Secondo l’avvocato del lavoro tedesco Enrico Pätzel l’azienda sta agendo duramente, ma tutto sommato entro i limiti di un confronto serrato. Secondo Pätzel la società può far visita al dipendente, “ma deve esserci il sospetto che qualcuno si sia dichiarato inabile al lavoro quando in realtà non lo è”.
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di Antonio Piemontese www.wired.it 2025-03-17 16:36:00 ,