The Bear, la seconda stagione della serie racconta che c’è un mondo là fuori
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In questo gioiello di episodio pieno di furore, frustrazione e rabbia – ma anche tenerezza e affetto – batte il cuore di una famiglia che reale come le nostre. Ed è sempre merito della scrittura, in grado di delineare personaggi che ci sembra – e forse è così – di conoscere davvero. “Credo che ciò che apprezzo di più della serie è il realismo dei personaggi” ci ha confermato Liza Colón-Zayas. “Tina, se ti ama, ti ama intensamente. Si prenderà una pallottola per te. E poi è una che dice la verità e ha imparato a sopravvivere in un’industria dominata dagli uomini. È una che dice le cose in faccia. È vera”. The Bear è, come lei, fervente e davvero ameno, per quanto spontaneo e sincero riesce a essere rispetto alle produzioni sempre più costruite del panorama seriale americano del post-Succession. La seconda stagione di The Bear è quasi perfetta e la scelta di deviare l’attenzione da Carmy per esplorare i mondi dei comprimari è coraggiosa, necessaria, invitante. È possibile farlo perché il cast vive nello stesso stato di grazia degli autori.

“THE BEAR” — “Pasta” — Season 2, Episode 2 (Airs Thursday, June 22nd) Pictured: (l-r) Liza Colón-Zayas as Tina, Edwin Lee Gibson as Ebraheim. CR: Chuck Hodes/FX.Chuck Hodes

Liza Colón-Zayas ha addirittura seguito un corso full immersion per imparare ad affettare come una vera chef: “Ho trascorso una settimana di formazione intensa, mi sono squartata un dito col coltello al primo giorno, ho imparato con l’aiuto di chef incredibili, e così ho potuto essere pronta per quei momenti in cucina in cui dimostravo i miglioramenti di Tina” ha rivelato. Assieme a lei, gli altri del cast – ipercinetici, stravaganti, insicuri – esaltano una sceneggiatura arguta che nella seconda annata ha il coraggio di rompere lo schema dei primi episodi, quel taglio di stampo teatrale che rinchiudeva l’azione all’interno del locale e che le nuove puntate si arrischiano a portare fuori. The Bear 2 è più raffinata, ricca, matura, soddisfacente (forse solo un po’ meno briosa e… snervante), la sua regia è più virtuosa e sofisticata, i suoi personaggi più magnetici e vulnerabili eppure più coraggiosi e intensi: non possiamo chiedere di più.



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di Lorenza Negri www.wired.it 2023-08-16 13:30:00 ,

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