The Curse è una surreale serie lynchiana sull’ordinaria ignobiltà umana

The Curse è una surreale serie lynchiana sull’ordinaria ignobiltà umana

The Curse è una surreale serie lynchiana sull’ordinaria ignobiltà umana


The Curse è una surreale serie lynchiana sull'ordinaria ignobiltà umana

Whitney vuole un pargolo a tutti i costi, il figlio che la farebbe sentire costantemente in quello stato di gratitudine e venerazione perenne e incondizionata a cui ambisce. La gravidanza non arriva, complice anche il fatto che il sesso di coppia non è esattamente agevolato dal fatto che Asher prediliga attività sessuali meno convenzionali. Se l’irritante Whitney lascia disgustati con la sua artificiosità, l’inquieto, meschino e devoto fino al servilismo Asher, fa altrettanto con la sua consapevole inettitudine e la frustrazione che ribolle in un calderone di rabbia repressa. Safdie si ritaglia invece il ruolo di Dougie Schecter, il regista dei programmi della coppia nonché amico storico (e suo occasionale aguzzino) di Asher che dirige qualsiasi scena cercando di trasformarla in una pagliacciata pietosa o un surrogato della Tv del dolore. Il trio incarna le varie personalità dei programmi di reality più vergognosi, si fa beffa dei ridicoli narcisisti e ipocriti dalla falsa benevolenza che popolano i canali dei reality.

The Curse è una surreale serie lynchiana sull'ordinaria ignobiltà umana

L’eloquenza sommessa della Stone, che mette in evidenza le derive sociopatiche del suo spregevole e falso personaggio con una microgestualità impercettibile fatta di smorfie e occhiatacce fulminee, le vale un’Emmy, un Golden Globe e qualsiasi altro premio televisivo. The Curse segue la pista della farsa sociale per buona parte della prima stagione, adottando uno stile di regia da indie del Sundance e una sinergia di montaggio e commento sonoro in grado di generare un’apprensione nauseante. John Medeski compone una colonna sonora inquietante prodotta da Daniel Lopatin e basata sulla musica elettronica che evoca il Cliff Martinez del soderberghiano Sesso, bugie e videotape (e anche un po’ Clint Mansell). L’ultima puntata cambia imprevedibilmente rotta, riallacciandosi alla maledizione lanciata dalla bambina che aveva inveito contro Asher. Dall’orrore sociale a quello surreale, l’ultima puntate si dirige verso un finale tragico e assurdo (che per alcuni versi evoca quello di Beef – Lo scontro): The Curse prende una piega ancora più strana – letteralmente fuori dal mondo – ben più sconcertante del già sconcertante show a cui avevamo assistito fino a quel momento.



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di Lorenza Negri www.wired.it 2023-11-11 05:30:00 ,

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