di Lorenza Negri
Quando il western The Harder They Fall di Jeymes Samuel ha debuttato al Bfi – London Film Festival, la sensazione che coincidesse con l’avvento di una nuova era per il western è stata condivisa da molti. Un mesetto dopo, eccolo su Netflix, incarnazione del genere americano per eccellenza. In un’intervista Edi Gathegi, interprete del pistolero Bill Pickett, ci aveva ricordato come “sin dagli inizi, la persone di colore sono state sistematicamente ghettizzate al cinema, costantemente demonizzate. Ora i film includono storie diverse e diverse prospettive. Agli inizi ho accettato parti in cui non credevo, e ancora oggi ricevo offerte per ruoli stereotipati, ma ora posso permettermi di rifiutare quei ruoli privi di sensibilità culturale nera.” Non è il caso di The Harder They Fall, western moderno, sovversivo e con un cast all black.
Un pistolero misterioso stermina senza pietà la famiglia di un pio pastore, lasciando in vita solo un ragazzino il cui futuro è segnato da una carriera da fuorilegge e da uno spirito di vendetta inesorabile. Ned Love (Jonathan Majors), capo di una gang che deruba gli altri banditi è furbo, sicuro di sé e supercool, eppure, quella cicatrice a forma di croce appena visibile sulla pelle scura lo perseguita, ricordandogli quotidianamente l’uomo che l’ha inciso sul suo volto dopo avergli ucciso i genitori. Assieme a Bill Pickett (Edi Gathegi) il suo braccio destro e a Jim Beckwourth (RJ Cyler) – il Billy the Kid nero dalla mira infallibile e con un’età più vicina all’adolescenza che all’età adulta – formava una banda dalla quale si era congedato. Finché il ritorno della sua nemesi non cambia tutto.
Assieme alla sensuale proprietaria di saloon Stagecoach Mary (Zazie Beetz) e a una new entry, il buttafuori Cuffee (Danielle Deadwyler) riformano la vecchia banda per dare la caccia a Rufus Buck (Idris Elba), il villain oggetto della sua vendetta, e ai suoi scagnozzi: l’irascibile Trudy (Regina King) che uccide chiunque pronunci la “parola con la N” (quale?, leggete il cognome di chi scrive), e Cherokee Bill (Lakeith Stanfield), mellifluo “pacifista”. The Harder They Fall non impegna tanto tempo filmico per approfondire i suoi personaggi, ma questo gruppetto di fuorilegge afroamericani accomunati dalla medesima identità culturale e cresciuti nella medesima aria di frontiera intrisa di razzismo sono tutti accattivanti, tosti e grondanti carisma.
Sono i personaggi che il regista Jeymes Samuel, qui al debutto come direttore cinematografico, libera dalle catene degli stereotipi a cui accennava Gathegi. Per quanto sufficientemente debitore a Sergio Leone, afferma di aver omaggiato Spike Lee; per quanto il suo modo di fare western sia stato associato a quello, iperviolento e ostentato, di Quentin Tarantino, il suo stile è meno iconoclasta, più rispettoso (più James Mangold del remake di Quel treno per Yuma). Ma è anche più divertito e divertente (come il Sam Raimi di Pronti a morire, ), mai vacuo e fanfarone come i ridicoli “western pop” in salsa teen alla Young Guns – Giovani pistole e Bad Girls. Samuel non è ma mai intimorito dal genere. Il suo stile registico ha un piglio sicuro, fa proprie le fonti da cui trae ispirazione consegnando al pubblico un western tradizionale e moderno al contempo, secondo la sua rivisitazione personale tesa a omaggiare e sovvertire il genere. The Harder They Fall è iperviolento – Samuel coltiva quella passione per le scene trucide e un po’ splatter che indugiano con piacere nei primi piani dei corpi trivellati di colpi.
The Harder They Fall conquista con i dialoghi taglienti, la messa in scena rocambolesca delle sparatorie e dei duelli (ma screditandone le regole), del melodramma – quello dell’amore romantico e passionale, quello dell’amore-odio fraterno e familiare, quello dell’odio e del sentimento di vendetta impenitente verso i singoli e verso i fautori delle iniquità razziali. Vanta un cast in stato di grazia grondante fascino e carisma. È un western declinato, come spesso accade, in revenge movie il cui ritmo è scandito da una colonna irresistibile e il cui cuore batte con la forza travolgente del black power; il fautore, speriamo, del ritorno alla popolarità del genere western.
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2021-11-03 15:00:00