In uscita ad aprile 2022 nelle sale italiane The Northman è la nuova straordinaria e impressionante opera del regista Robert Eggers, un assalto totale ai sensi dello spettatore, una vendetta violenta ambientata in un mondo vichingo ricostruito in tutta la sua brutalità, fascino e magia. Fin dal suo esordio con il pregevole The Witch Eggers si è guadagnato il rispetto e l’entusiasmo di critica e pubblico, andando a realizzare un cinema tutto nuovo di genere epico e storico con ambientazioni fantasy, sfumature horror e scenografie emozionanti e suggestive che giocano quasi il ruolo di veri e propri personaggi, per non parlare dell’attenzione ai dettagli e della passione e cultura riguardo a storia e mitologia che hanno probabilmente posto uno standard di qualità per il genere cinematografico storico tutto nuovo.
Con The Northman Eggers ha confermato tutte queste caratteristiche e in più ha alzato il livello in ogni senso, dal costo e grandezza della produzione allo spessore e intensità di storia e personaggi, dipingendo il mondo dei vichinghi come forse mai è stato rappresentato, portando su schermo una quantità di riferimenti e dettagli tale da lasciare senza fiato. Guardando la pellicola però e venendo investiti dal suo impatto totale, viene da chiedersi quanto ci sia effettivamente di vero e quanto di epico, quanto il mondo norreno mostrato sia fedele alla realtà o frutto dell’arte di Eggers, insomma The Northman è davvero così realistico? Un dubbio non scontato e che può colpire in questo caso particolare non solo i profani ma anche gli appassionati di storia e film storici, essendo stato l’argomento in questione più volte vittima di alterazioni di ogni tipo in ogni media in cui ha fatto comparsa, e spesso trattato con confusione anche dagli appassionati più sinceri.
E quindi, a curiosi, scettici e appassionati qui cercheremo di offrire informazioni importanti e chiarezza.
L’accuratezza storica è importante?
Il cinema è una forma d’espressione che può essere usato per molteplici scopi, dal veicolare un messaggio al raccontare una storia, dipende dalle intenzioni del regista e dall’idea dietro il progetto, di conseguenza l’accuratezza storica non è necessariamente un fattore indispensabile. Un esempio chiaro è presente in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino, ambientato nella Francia della seconda guerra mondiale sotto l’occupazione nazista, in cui Hitler viene effettivamente ucciso dai bastardi insieme ad altri gerarchi nazisti come previsto dalla loro operazione segreta; ovviamente questo non è mai accaduto realmente ma l’effetto della scena nella pellicola è stupendo e fortissimo, d’altronde il film vuole raccontare una storia di personaggi affascinanti e spietati in un contesto alienante e deumanizzante com’ erano la guerra e il regime nazista, non pretende certo di essere un documentario. Inoltre l’accuratezza storica è rispettata nel resto della pellicola e ignorata solo dove il regista ha chiaramente e intenzionalmente voluto mostrare una sua interpretazione. Molto più seri, o comunque fastidiosi, possono essere i casi di film definiti storici ma ricchi di errori di ogni tipo, e che sopratutto stravolgono totalmente gli ideali dei personaggi della pellicola sostituendoli a ciò che oggi è ritenuto opportuno o accettabile credere, diffondendo ignoranza e banalità.
Il caso di The Northman è particolare, in quanto nonostante non fosse indispensabile rimanere fedeli alla realtà il film è forse la più accurata rappresentazione su schermo di ciò che furono i vichinghi, stando alle testimonianze ad oggi presenti. La pellicola infatti racconta un riadattamento della vicenda di Amlet, una figura leggendaria scandinava medioevale a cui poi si ispirò lo stesso Shakespeare per la sua omonima tragedia. Pur trattando quindi di un personaggio leggendario, il film rappresenta con un realismo scioccante il mondo dei vichinghi, sfruttando a pieno le poche conoscenze certe in mano a storici ed esperti. Perché sui vichinghi in effetti le testimonianze sono davvero scarse, e spesso risalenti a secoli dopo il loro momento di maggiore fama, questo in parte è anche dovuto al loro non possedere una forma di scrittura e di testi storici, le famose rune infatti erano più che altro dei simboli e dei concetti e non un vero e proprio alfabeto.
La figura dei vichinghi inoltre ha suscitato da sempre, e molto anche negli ultimi anni, un fascino profondo, magico e primordiale; uomini dal nord armati di asce, fedeli a crudeli divinità pagane e che vivono di razzie e battaglie senza temere la morte, più animali e fantasmi che umani. Ebbene The Northman sfrutta a pieno questa passione che i norreni sono in grado ancora oggi di suscitare rimanendo però realistico e curato, insomma un’opera di cui si sentiva davvero il bisogno, specialmente tra chi ha approfondito anche minimamente l’argomento.
L’atmosfera, tra magia ghiaccio fuoco e ferro
Terre gelide dove coltivare è quasi impossibile, dove il potere è in mano a numerosi signori locali e guerrieri bestiali, dove misticismo e spiritualità permeano la visione quotidiana delle persone, questo era il mondo dei vichinghi nel medioevo, una società basata economicamente e socialmente sulla guerra e la religione (come in realtà moltissime società europee e non nel medioevo), un mondo dove gli uomini per sopravvivere non devono solo essere forti, ma invincibili temibili e più feroci degli animali, e le donne custodi di una magia e potere misteriosi riservati esclusivamente a loro. Un mondo duro dove non c’è spazio per pietà, riflessione, dubbio, debolezza o errore, tutto è istinto, difesa, vendetta, grida e fuoco. Eggers fa respirare tutto questo allo spettatore non solo mostrando diverse scene di rituali pagani e sacrifici ricostruiti alla perfezione, ma esplorando in profondità come la psicologia e umanità stessa dei personaggi si sia adattata a quel mondo. Amlet è un berserker, un guerriero razziatore furioso e potente che ha covato vendetta e odio per tutta la vita, e compie atrocità indicibili che non vengono edulcorate; insulta i nemici sconfitti in più di una scena perché così avrebbe fatto un vichingo vittorioso, non viene mai dipinto come onorevole e contemporaneo. Allo stesso tempo Eggers non mostra solo un brutale ammasso di muscoli, ma anzi mette in luce i limiti e le conseguenze di un’esistenza così violenta nella capacità emotiva del protagonista; insomma insieme il realismo e la violenza agghiacciante del passato a uno sguardo che va in profondità, comunicando qualcosa alla sensibilità di un pubblico moderno.
Oggetti di scena e società
Nello specifico il lavoro svolto riguardo a costumi e scenografie è semplicemente straordinario; durante la realizzazione della pellicola sono stati consultati vari esperti e storici e l’ambiente ricostruito nel dettaglio dalle abitazioni alle armi, mostrando varie scene della società norrena attraverso piccoli dettagli. Le razzie dei vichinghi sono di una violenza efferata e spesso gratuita contro ogni persona di ogni sesso o età, chi non è trucidato è reso schiavo e portato via, un fattore spesso dimenticato è che l’economia delle popolazioni vichinghe si basava sul profitto dal mercato degli schiavi, che giocavano un ruolo fondamentale nella società. Le armi utilizzate, siano lance, asce o spade sono tutte fedeli ai vari tipi ritrovati nelle tombe o riportati nelle fonti, ma anche altri aspetti della società sono curati minuziosamente, per esempio l’igiene. I norreni tenevano molto alla loro cura personale e in tutte le scene che mostrano delle stanze private sono presenti numerosi pettini, strumenti e gioielli anch’essi ispirati agli oggetti ritrovati dagli studiosi. Degno di nota è il ruolo affascinante che aveva la donna in questo mondo mistico, non solo compagna e consigliera dell’uomo, ma anche, secondo le credenze norrene, custode di segreti e arti magiche che gli uomini non possono capire per natura; Eggers appunto riesce a trasmettere fedelmente questa idea della donna, grazie anche ai personaggi interpretati incredibilmente da Anya Taylor-Joy e Nicole Kidman, che incarnano alla perfezione questo duplice aspetto della figura femminile nel mondo vichingo, da un lato una regina dall’altro una schiava e una strega, entrambe leali agli uomini che si sono scelte, ed entrambe pronte a difendere ciò a cui tengono e sé stesse, coscienti di possedere un qualcosa che anche il più temibile guerriero avrebbe rispettato.
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di Alessandro Amici
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2022-05-18 15:38:30 ,