“Hai mai sognato di avere una versione migliore di te?”
Presentato al 77° Festival di Cannes e vincitore del premio per la miglior sceneggiatura, The Substance di Coralie Fargeat non è un horror sci-fi come gli altri. Profondamente disturbante e carico di tensione, il film crea una potente atmosfera grottesca per portare lo spettatore a riflettere sulla continua oggettivazione e metamorfosi del corpo femminile.
Con un cast stellare che include Demi Moore e Margaret Qualley, The Substance si propone come un’originale fusione di cinema d’autore e horror di genere, ricordando le atmosfere di Cronenberg e Lynch, con alcune sfumature di Aronofsky.
La storia è incentrata su Elizabeth Sparkle, un’attrice di mezza età che, liquidata dalla rete televisivo per cui lavora, decide di collaudare una misteriosa sostanza che promette di far emergere una versione migliore di sé stessa: più giovane, più attraente e assolutamente perfetta. Ogni sette giorni, Elizabeth può switchare tra il proprio corpo e quello della sua nuova incarnazione, Sue, una versione di sé ottimizzata per i gusti di una generazione Z, caratterizzata da un fisico scultoreo e una presenza in perfetto stile social media.
L’ossessione che porta alla lacerazione dell’io
Ogni settimana, Elizabeth si reca in una struttura nascosta per alimentare il corpo dormiente, in una perversa routine di rigenerazione che richiama il body horror e l’iconografia di Kubrick. I corridoi asettici, le luci fredde e le stanze chiuse fanno da cornice a questa lotta tra due versioni dello stesso corpo, un luogo che Fargeat ha concepito per rappresentare la pressione di un mondo che valorizza solo la giovinezza.
Il bagno diventa il claustrofobico luogo dove Elisabeth si confronta ferocemente con sé stessa, dove osserva il suo volto e il suo corpo con l’ingenerosità di una società maschile che ha stabilito canoni dai quali pare impossibile emanciparsi.
Fargeat ha costruito una narrazione volutamente cruda, caricando la pellicola di effetti prostetici e abbondante uso di sangue, per condurre il pubblico nel vortice di una realtà in cui l’ossessione per la bellezza trascina realmente il corpo nella distruzione.
“Remember you are one“ è la frase che si legge nelle indicazioni della “sostanza”, ma quello che accade dopo la somministrazione è proprio il contrario. Questa sostanza sembra richiedere in cambio non solo la giovinezza, ma anche un pezzo di anima. Così, il film si fa riflesso di un’industria che reclama il corpo femminile, scisso tra desideri propri e imposizioni esterne.
Sullo sfondo di riflessioni post-femministe, ironia e frattaglie, si staglia il nuovo mostro che getta in faccia al pubblico litri di sangue, mescolando cinema alto e basso.
The Substance esplora quindi un tema disturbante e attuale: la lacerazione dell’identità femminile, schiacciata da ideali estetici impossibili, attraverso una narrazione che è sia una critica feroce sia un esperimento cinematografico fuori dagli schemi.
La regista ha saputo fondere l’ironia con l’orrore, offrendo un affresco estremo ma provocatorio su un mondo in cui la bellezza diventa la nuova prigione.
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di Veronica Cirigliano
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2024-11-06 11:33:00 ,