TikTok bloccato dalla città di New York
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Era da un po’ che non sentivamo parlare di un blocco di TikTok. A ravvivare le barricate alla piattaforma è la città di New York, che ha annunciato la volontà di bandire il social cinese dai dispositivi dei suoi dipendenti, chiedendo la rimozione dell’app entro i prossimi 30 giorni. La direttiva è stata emessa dall’amministrazione cittadina il 16 agosto, dopo che il Cyber Command – la sezione che si occupa di cybersecurity – ha dichiarato che TikTok “rappresentava una minaccia alla sicurezza delle reti tecniche della città”. Di lì a poco, ai dipendenti amministrativi è stato subito vietato scaricare o utilizzare l’app e accedere al sito web di TikTok da qualunque dispositivo di proprietà della città.

Sebbene i social media siano ottimi per connettere i newyorkesi tra loro e con la città, dobbiamo assicurarci di utilizzare sempre queste piattaforme in modo sicuro”, ha dichiarato un portavoce della città di New York a The Verge. Per supportare la sua decisione, l’amministrazione ha citato le le linee guida dell’Office of Management and Budget degli Stati Uniti che scoraggiano l’uso di TikTok sui dispositivi governativi, nonché la legislazione federale che vieta l’app approvata all’inizio di quest’anno. Una presa di posizione che, come riferisce il Times Union, arriva tre anni dopo che lo stato di New York ha vietato il social cinese nel 2020. Da allora alcune piattaforme di pubbliche relazioni hanno avuto la concessione di utilizzare l’app per scopi di marketing, ma ora anche l’amministrazione cittadina sembra essersi adeguata alle direttive statali.

D’altronde, sono più di tre anni che il Congresso cerca di far approvare una legislazione che vieti TikTok a livello nazionale, sostenendo che l’app e la sua società madre ByteDance possano utilizzare i dati raccolti per spiare gli americani. E nonostante non si sia arrivati ancora a una decisione definitiva, nel frattempo gli stati si sono mossi per bannare l’app dai dispositivi governativi. Soltanto il governatore del Montana, Greg Gianforte, è andato oltre firmando una legge che vieta l’app nell’intero stato. La nuova legislazione ha scatenato l’ira degli utenti e della stessa società cinese, che hanno citato in giudizio lo stato, sostenendo che questa violi la loro libertà di parola. Ma non è detto che in futuro altri stati non decidano di seguire le orme del Montana.



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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2023-08-17 14:38:55 ,

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