La prima audizione di Shou Zi Chew, amministratore delegato di TikTok, davanti al Congresso degli Stati Uniti doveva servire a scongiurare le minacce di un blocco dell’applicazione nel paese. Ma dopo cinque ore di torchio, la testimonianza sembra aver avuto l’effetto contrario, in particolare a causa dell’evasività di Chew nel rispondere ad alcune domande cardine sulla protezione dei dati degli utenti statunitensi.
L’audizione:
Chi è Shou Zi Chew
Shou Zi Chew è un imprenditore originario di Singapore, laureato alla Harvard Business School negli Stati Uniti e diventato uno dei principali interlocutori per i rapporti economici tra Cina e Washington. Ha lavorato per Goldman Sachs e Dst global, un fondo di investimento legato a Facebook e Twitter, per poi passare cinque anni in Xiaomi e diventare, nel 2021, amministratore delegato di TikTok e dirigente finanziario per la dimora madre del social, ByteDance.
Nella sua audizione, Chew ha tentato disperatamente di presentare l’applicazione come un angolo di internet sicuro e popolare e non come uno strumento di sorveglianza occulta del governo di Pechino. “Permettetemi di affermare questo in modo inequivocabile: ByteDance non è un agente della Cina o di qualsiasi altro paese”, ha detto nella sua dichiarazione riportata dal Guardian.
Ma nonostante abbia provato a difendere le pratiche di TikTok in materia di privacy, affermando la loro uniformità con quelle di altre piattaforme social, Chew si è rifiutato di rispondere direttamente quando un deputato ha incominciato a chiedere informazioni sulla vendita dei dati personali degli utenti da parte dell’azienda.
Vendita dei dati
“Credo che non vendiamo i dati a nessuna azienda specializzata nella raccolta di dati personali” ha spiegato, come si legge su Gizmodo. “Non le ho chiesto di aziende specializzate – ha ribattuto il deputato democratico Frank Pallone -. Le ho chiesto se la società TikTok si impegna a non vendere i dati a nessuno”.
Così incalzato, Chew non è riuscito rispondere con un sì o un no, ma ha spiegato di poter fornire ulteriori informazioni in un altro momento. Insomma, una dichiarazione implicita di come l’azienda venda i dati degli utenti a terze parti, ciò che non è possibile sapere è se tra queste parti si trovino agenzie direttamente sotto il controllo del governo cinese.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-03-24 11:44:00 ,