Nel 2015, quando aveva 11 anni, Katie Lewington, una ragazza che vive nel Buckinghamshire, nell’Inghilterra sudorientale, versò della una bibita gasata in due tazze di Starbucks. All’epoca non beveva caffè; così dopo aver finito un frappuccino, Lewington e una sua amica ebbero la geniale idea di travasare un po’ delle bevande nelle tazze di carta della catena. Lewington era in cerca di una sola cosa: attenzione. Ha inviato la foto ai suoi follower su Snapchat, con la didascalia “caffè freddo“, seguita dall’emoji di una faccina con la lingua fuori: 😛.
La nuova tendenza
Di recente Lewington ha ricondiviso questo e altri post su TikTok, con il titolo Cose che postavo su Snapchat a undici anni. Sulla piattaforma sono stati pubblicati più di 80mila video simili, ognuno dei quali ha come colonna sonora un medley di canzoni del 2015. Per quanto divertente, il trend è emblematico di un fenomeno di più profondo. La prima generazione cresciuta con i social media in tasca – usati religiosamente fin dalla prima adolescenza – sta facendo un bilancio.
Un video in particolare, che è stato caricato su TikTok dall’utente @rckelly99 raccogliendo 227mila visualizzazioni, rappresenta un’esperienza esilarante, malinconica e rivelatrice allo stesso tempo. Nella clip, l’utente racconta dei video di Snapchat che condivideva a 13 anni per dare l’impressione di avere “una vita fantastica”. La ragazza cercava su Google foto di persone che bevevano alcolici e faceva finta di essere a delle feste con loro; fotografava il nonno da dietro fingendo che fosse un ragazzo suo amico; si scattava dei selfie con il giardiniere del padre; inventava nomi di amici che non esistevano.
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“Credo che essere stati la prima generazione a stare online fin da giovanissimi ci permetta di vedere gli errori che abbiamo commesso, e di cercare di impedire a chi è più giovane di noi di postare qualcosa di cui potrebbero pentirsi in futuro“, spiega Lewington a proposito del motivo per cui la generazione Z – quella delle persone nate tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Dieci – è desiderosa di condividere i vecchi post. Lewington ha ricevuto il suo primo smartphone a dieci anni e ha avuto “immediatamente” accesso a Instagram; quando poi ha scaricato Snapchat, racconta, “postavo qualsiasi cosa mi venisse in mente. Credo che all’epoca, essendo molto più giovane, non avessi paura di essere giudicata come fanno gli adolescenti di oggi“.
Ricerca di attenzioni
L’unica cosa che spinge ognuno di noi a postare contenuti sui social network è la ricerca di attenzione; è per questo che riguardare quello che secondo i nativi digitali preadolescenti riusciva ad attirare l’attenzione è un’esperienza particolarmente divertente. All’inizio di quest’anno Ethan Poisson, un diciannovenne di Atlanta, ha raccolto 930mila like quando ha pubblicato su TikTok le foto che pubblicava su Snapchat quando frequentava le medie. Il primo post del video mostra il suo viso adolescenziale con gli occhi spalancati per lo shock: la marca temporale indica che sono passati diciotto minuti dalla mezzanotte. La didascalia dell’epoca recitava: “Quando ti rendi conto che domani c’è scuola“.
“Ci sono un sacco di cose da analizzare in quella foto – racconta oggi Poisson –. Stavo sicuramente cercando di fare il simpatico con quell’espressione strana, ma cercavo anche di far vedere quanto fossi figo a rimanere sveglio fino a tardi. Per qualche motivo pensavo che mezzanotte e diciotto fosse un orario assurdo in cui essere ancora svegli“. Poisson ha iniziato a usare i social media per la prima volta in quarta elementare, dopo aver vinto un iPad a una lotteria scolastica. Successivamente, è passato a Snapchat per “cercare di far vedere quello che facevo“, perché “alle medie si è in competizione per qualsiasi cosa“.
“Mi faceva sentire molto figo – prosegue Poisson –. Ogni volta che andavo in un posto come New York, dovevo sempre postare una foto del finestrino dell’aereo“. Sebbene anche i millennial siano cresciuti con i social media, da bambini non avevano un accesso costante ai loro telefoni, e le piattaforme che erano popolari nei primi anni Duemila (come MySpace e Msn) sono quasi tutte scomparse, portando con loro i ricordi imbarazzanti. Snapchat, invece, permette agli utenti di scavare con facilità nel proprio passato.
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di Amelia Tait www.wired.it 2022-07-06 17:00:00 ,