TikTok, la bufala del Nilo rosso

TikTok, la bufala del Nilo rosso


Ma il danno ormai era stato fatto. Il video ha rapidamente guadagnato popolarità, e diversi utenti di TikTok hanno condiviso le proprie versioni della stessa immagine contribuendo a diffondere la fake news. Appena cinque giorni dopo, la notizia “Il fiume Nilo si tinge di rosso; cosa significa secondo la Bibbia” era già in cima alle tendenze di ricerca di Google trends.

A volte TikTok include un link all’interno dei post che permette di trovare altri video correlati. In questo caso il collegamento era “Il fiume Nilo in Egitto diventa rosso”. Al momento della pubblicazione di questo articolo, i primi risultati di ricerca continuavano a restituire video che confermavano che si trattasse proprio del fiume Nilo. Nessuno dei video più popolari smentiva la notizia, avallando così la diffusione della fake news.

Non è un segreto che la disinformazione viaggi più velocemente del fact-checking. Una volta che qualcosa di errato si diffonde e diventa virale, le informazioni affidabili vengono penalizzate. Secondo i rapporti di CloudFare, TikTok.com ha superato Google come dominio più visitato del pianeta nel 2021, e le generazioni più giovani ormai usano il social come motore di ricerca per trovare ristoranti, tendenze e notizie.

TikTok come Google

Se le nuove generazioni utilizzano TikTok come strumento di ricerca di informazioni, una delle uniche fonti per ampliare il contesto all’interno della piattaforma social sono i commenti. Nel caso del presunto fiume Nilo rosso, diversi utenti avevano indicato che si trattava in realtà della Laguna rossa cilena, ma i loro contributi sono passati inosservati di fronte alla marea di commenti fuorvianti che paventavano l’inevitabile arrivo dell’Apocalisse.

Il caso del falso video del Nilo rosso non sembra così spaventoso a prima vista: la maggior parte delle false teorie del complotto sull’imminente arrivo dell’Apocalisse vengono dimenticate nel giro di una settimana. Ma quando invece si parla eventi politici più seri, come il conflitto tra Russia e Ucraina o la recente guerra tra Israele e Hamas, le cose diventano inquietanti. Il fact-checking nei commenti è insufficiente ad arginare la disinformazione dilagante.

Ma fortunatamente non mancano gli utenti che, con a una sana dose di curiosità decidono di verificare le notizie dubbie, applicando alcuni metodi per trovare informazioni affidabili. Poynter, un’iniziativa dell’International fact-checkers institute (Ifcn), propone quanto segue per identificare le red flags, ovvero i segnali di pericolo che avvertono il rischio di falsa informazione.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired en español.





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di Jorge Ramis www.wired.it 2023-11-17 17:28:58 ,

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