In Francia il Senato ha pubblicato un rapporto lapidario sulle attività di TikTok. In base a quanto sostengono i senatori, l’applicazione sarebbe uno strumento di “influenza strategica” della Cina, in grado di sollevare preoccupazioni per la tenuta della sicurezza nazionale. Pertanto, i rappresentanti hanno invitato il governo e il Parlamento a prendere in considerazione l’ipotesi di vietare il social media cinese su tutto il territorio nazionale.
La Francia ha alzato l’asticella dello scontro europeo con la più popolare piattaforma di condivisione video di Pechino, sulla scia delle sempre più numerose restrizioni imposte in vari paesi del mondo e dopo il divieto generalizzato deciso dallo stato del Montana. Il nuovo clima di tensione si percepisce già dal titolo del rapporto: “la tattica TikTok, opacità, dipendenza e ombre cinesi”.
Un incipit che è già un’accusa di scarsa trasparenza, pratiche di manipolazione subliminale e strategie ingannevoli. Le successive 183 pagine, mantengono lo stesso tono. Per la commissione di inchiesta guidata dal socialista Michael Vallet e dall’indipendente Claude Malhuret, la Cina sta usando TikTok come uno strumento di “guerra cognitiva” o culturale. In più, starebbe raccogliendo, senza chiarirne il trattamento, un’enorme mole di dati, in violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione europea (Gdpr).
“ByteDance e TikTok dipendono dalla Cina a tutti i livelli. Tecnico, di capitale, politico e legale” e agirebbero come burattini nelle mani del governo di Pechino, si legge nel testo. “La strategia di TikTok è di apparire trasparente all’esterno, ma diventare completamente opaco nel momento in cui gli si pongono delle domande” ha spiegato Malhuret.
Accusa che ha origine dalla stessa struttura legale della dimora madre di TikTok, ByteDance, con sede legale alle Isole Cayman. Per i funzionari della piattaforma questa sarebbe la prova della loro indipendenza dalla Cina. Tuttavia, da ciò che emerge nel rapporto, la società sarebbe strutturata come un’entità “a interesse variabile”, così da consentire a un azionista di minoranza di poter esercitare controllo completo sulle attività quotidiane dell’impresa.
Questo azionista di minoranza sarebbe Zhan Yiming, cittadino cinese che detiene un quinto del capitale di ByteDance e che sarebbe il responsabile dell’intera gestione dell’azienda, in concerto con le autorità di Pechino. In più, tutti i brevetti della società verrebbero depositati attraverso ByteDance Cina e lo stesso TikTok France riceverebbe le autorizzazioni per le operazioni tecniche dalla filiale cinese di ByteDance, non dalla sede alle Isole Cayman.
La conclusione più ovvia sulla base di questi dati, continua il rapporto, è ritenere sia TikTok che ByteDance come entità poste sotto il diretto controllo della Cina. E, in particolare, TikTok non sarebbe altro che uno strumento nelle mani di Pechino per influenzare l’opinione pubblica e la narrativa online in Occidente. Pertanto, nelle raccomandazioni finali, i senatori hanno sostenuto la necessità di oscurare completamente l’applicazione entro l’inizio del 2024, a meno che l’azienda non decida di inviare ulteriori informazioni sulla struttura finanziaria della società e sulla gestione dei dati personali degli utenti europei.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-07-06 15:05:52 ,