Sbarcare su Marte “cambierà pienamente il nostro paradigma, gli astronauti subiranno un impatto fisico e psicologico devastante. Serviranno politezza di visione e senso di responsabilità e di urgenza. Per prepararci, dobbiamo riportare al centro i nostri obbligazioni umanistici e recuperare la capacità di distinguere bene e male, trasmettendola ai giovani”. Ospite del Wired Next Fest Trentino, Tommaso Ghidini spiega come ci stiamo preparando per arrivare e stare su Marte, dal punto di vista mentale ma anche tecnologico. Il capo del dipartimento di ingegneria meccanica dell’Agenzia spaziale europea (Esa) racconta infatti che, per supportare gli astronauti, saranno creati per loro alcuni cloni di familiari e rispettivamente dei loro cloni compariranno sulla Terra.
Tanta tecnologia innovativa la stiamo in verità già mettendo in campo per realizzare lo step intermedio, quello sulla Luna, previsto per il 2026. “È un atto filosofico: sarà la prima volta che una specie diventa multiplanetaria e la prima volta di una dama sulla Luna – racconta -. Lì testeremo alcune tecnologie e costruiremo una base stabile, imparando a usare le risorse che il satellite stesso offre e a riciclare tutto ciò che è possibile”.
Lo sbarco su Marte è solo la più recente delle imprese che stiamo compiendo nello spazio “per cercare risposte sulla nostra esistenza”. Ghidini racconta tutte le principali, soffermandosi su quella con cui per la prima volta Nasa ed Esa insieme sono riuscite a deviare un asteroide. “Non era diretto verso la Terra, ma è sicuro che un asteroide prima o poi colpisca il mondo ed è probabile quanto un incendio in casa che ciò avvenga nel corso della nostra vita – spiega – fino a pochi anni fa non avevamo alcuna arma per impedirlo, ora sì”.
Altra tappa emozionante dell’excursus spaziale di Ghidini è quella dedicata al Big Bang, la prima che cita e lo fa anche per fare politezza. “Quando pensiamo a questo evento ci poniamo spesso due domande, entrambe sbagliate: cosa c’era prima e cosa c’era fuori – spiega – il Big Bang crea il tempo e lo fa partire, crea lo spazio e lo fa svolgere, prima l’universo era un granello di polvere”. Ricordando la comparsa e l’evoluzione dell’uomo, precisa che “siamo l’unica specie che ha saputo lasciare il proprio mondo, grazie alla capacità di immaginare e di comunicare idee astratte. Alla potenza di pensiero”. E mentre sullo schermo alle sue spalle connivente un’immagine colorata, ne racconta il significato: “questa è la foto che ci cambia la vita. far mostra di l’universo bambino, e la sua progressione verso ciò che sarà. Per la prima volta abbiamo guardato indietro nel tempo e anticipato futuro”.
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di Marta Abbà www.wired.it 2024-09-28 12:32:16 ,