Torre Annunziata. Il Pd promette cambiamenti, ma il sindaco indagato per mafia resta al suo posto – Metropolisweb

Torre Annunziata. Il Pd promette cambiamenti, ma il sindaco indagato per mafia resta al suo posto – Metropolisweb

Torre Annunziata. Il Pd promette cambiamenti, ma il sindaco indagato per mafia resta al suo posto – Metropolisweb


Vincenzo Ascione, l’ex sindaco indagato per mafia dalla Dda la cui amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni della criminalità organizzata, risulta ancora nella lista dell’assemblea nazionale del Partito Democratico. Un ruolo di rilievo che spetta a seicento “saggi” sul territorio nazionale che hanno, tra le altre, competenze in materia di indirizzo della politica nazionale del Partito. Dunque, se da un lato l’ex primo cittadino è stato messo sul banco degli imputati, seppur con colpevole ritardo, dai vertici locali, provinciali e regionali, dall’altro conserva ancora il suo ruolo di prestigio a livello nazionale. Un controsenso che stride maledettamente con le dichiarazioni rese qualche giorno fa dal commissario cittadino Paolo Persico che auspica un cambio di passo per ricostruire la credibilità dei dem in un territorio martoriato dalla malapolitica e dal malaffare. Nonostante le accuse che gli vengono mosse dagli investigatori, Vincenzo Ascione risulta dunque ancora un iscritto del circolo cittadino, e come lui risultano ancora iscritti nel Pd l’ex presidente del consiglio comunale, Giuseppe Raiola, anche lui indagato per associazione mafiosa, e l’ex vicesindaco Luigi Ammendola, indagato per lo stesso reato oltre che per turbativa e in più finito in manette nell’ambito dell’indagine della Guardia di finanza che ha incastrato l’ex capo dell’Ufficio Tecnico, Nunzio Ariano, beccato con una mazzetta in tasca appena riscossa da un imprenditore sulle Sette Scogliere di Rovigliano.  E’ una questione di garantismo, si giustificano timidamente nella sezione torrese del Pd, ma è chiaro che la situazione alimenta giorno per giorno una sensazione di imbarazzo e di disagio. Disagio che aumenta quando si spulciando ruoli e competenze dello Statuto del partito. In effetti il Pd è dotato di organi nazionali e territoriali che si chiamano «Commissioni di Garanzia» istituite per vigilare sull’applicazione dello Statuto, sull’esercizio dei diritti e dei doveri degli iscritti, sull’autonomia politica. A capo della commissione di garanzia della Campania c’è Giosué Starita, ex sindaco di Torre Annunziata che ha al suo attivo una scappatella nell’Udc e che durante il suo secondo mandato finì sotto i riflettori della commissione d’accesso che lasciò il Comune presentandogli una serie di prescrizioni da osservare pena lo scioglimento. Starita, appena cinque anni fa, presentò Vincenzo Ascione come sindaco della continuità amministrativa a Palazzo Criscuolo e ne sostenne apertamente la campagna elettorale.  Tra i suoi obblighi, statuto alla mano, c’è quello di redigere una relazione sullo stato di attuazione del Codice Etico e avviare procedimenti disciplinari. In particolare, «in quei casi di particolare urgenza e gravità, sopratutto se nei confronti di un iscritto sia stato avviato un procedimento per reati penali gravi o per reati che possano comportare l’interdizione dai pubblici uffici, o addirittura la restrizione della libertà personale, la Commissione di Garanzia deve adottare immediatamente un provvedimento di sospensione cautelare dall’attività di partito». Allo stato, però non risulta aperto alcun procedimento disciplinare a carico degli iscritti finiti nel mirino dell’Antimafia. Un altro nodo finito al pettine tra le mani del commissario cittadino Paolo Persico che ha detto apertamente di voler avviare una fase di verifica anche interna in vista della ricostruzione.




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di Giovanna Salvati
www.metropolisweb.it
2022-05-11 06:00:55 ,

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